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Facebook rimuove foto Mussolini, ora dovrà pagare danni

01 febbraio 2020 | 13.40
LETTURA: 3 minuti

Il Tribunale civile di Chieti accoglie il ricorso dell’avvocato Correggiari, condannando la società di Mark Zuckerberg al pagamento di 15 mila euro per danni e di 8mila euro per spese di giudizio

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

Il Tribunale civile di Chieti con ordinanza del 29 gennaio 2020 (Rg n. 1489/2019), in sede di reclamo ex art. 700 c.p.c., ha accolto il ricorso dell’avvocato Gianni Correggiari, difeso dal collega Antonio Pimpini, contro Facebook Ireland ltd., condannando la Società di Mark Zuckerberg al pagamento di 15mila euro per danni e di 8mila euro per spese di giudizio. A darne notizia è stato ieri l'avvocato Augusto Sinagra, legale di Casapound insieme al collega Guido Colaiacovo.

"Il giudice di Chieti - ha scritto sulla sua pagina Facebook - non ha ritenuto violativo degli standard della Community il fatto che l’avvocato Gianni Correggiari avesse pubblicato una foto di Benito Mussolini in occasione del suo compleanno, e né la foto della bandiera di combattimento della Rsi. Quanto alla foto del Duce - prosegue Sinagra - il giudice Valletta ha correttamente osservato che egli è stato Capo di governo dello Stato italiano e come tale è stato riconosciuto nella Comunità giuridica internazionale; egli […] non è stato oggetto di alcuna sentenza di condanna per attività illecite e la decisione della sua fucilazione non è certo scrivibile a rango di pronuncia giurisdizionale, nemmeno di autorità di fatto; le sue condotte non sono state ritenute difformi dal diritto internazionale dell’epoca, sia generale sia pattizio".

"Quanto alla bandiera della Rsi - si legge ancora - il giudice ha osservato che la Repubblica Sociale si è manifestata nel diritto internazionale generale come soggetto pieno per la sua connotazione di effettiva sovranità. Non viola, poi, gli standard della Community il post relativo alla tragica morte di un pilota di guerra. Tutto ciò, ad avviso del giudicante, costituisce 'esercizio del diritto costituzionale fondamentale di libertà di manifestazione del pensiero, avvenuto in modalità improntate a continenza e insuscettive di limitazioni'".

Come avvocati di Casapound, Sinagra e Colaiacovo, hanno "già predisposto - dice ancora Sinagra - la citazione in giudizio di Facebook per il risarcimento dei danni derivanti dalla sua illecita condotta. Abbiamo già predisposto anche l’atto di costituzione nel giudizio di reclamo promosso da Facebook contro l’Ordinanza del Tribunale di Roma del 12 dicembre 2019, di inesorabile condanna di Facebook. L’udienza si terrà il 14 febbraio prossimo. Ormai è chiaro che Facebook agisce nel preordinato disegno di violare libertà e diritti fondamentali in pregiudizio di una parte politica e a vantaggio di un’altra. Da chi ha avuto l’input non m’interessa. Posso dire solo una cosa: Vergogna!".

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