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Faenza, prof fa studiare 'Bella ciao': il caso finisce in Consiglio comunale

14 aprile 2022 | 20.30
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L'inno della Resistenza visto come coro di parte da un consigliere del Gruppo misto che denuncia la vicenda sui social. D'accordo la Lega: "Politica fuori dalle aule"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Come compito delle vacanze di Pasqua ha dato ai suoi studenti quello di imparare 'Bella Ciao' e di fare un video mentre la eseguono. Un'iniziativa che ha scatenato un caso politico a Faenza dove un consigliere comunale ha annunciato su Facebook di voler discutere la vicenda in Consiglio comunale. "Troppo spesso nelle scuole vi è interferenza politica - ha scritto sui social Gabriele Padovani del gruppo misto - e tendenzialmente in una sola direzione. Non sarebbe forse più opportuno rispettare i programmi senza faziosità? Per questo affronteremo il tema anche in Consiglio comunale e ci rivolgeremo all’assessore competente per interrogarla sull’accaduto".

"Non abbiamo nulla da eccepire sul brano - chiarisce il consigliere nel post - che riconosciamo essere uno dei testi più conosciuti, tradotti e cantati a livello mondiale, e che nasce per diffondere i valori universali di libertà e opposizione contro guerre e dittature. Ma è noto a tutti quanto quel testo, nel tempo, abbia assunto chiari connotati politici e per questo riteniamo che assegnarlo come 'compito' a ragazzi in età scolastica compresa tra gli 11 e i 13 anni sia una scelta infelice ed inappropriata".

Una linea sposata anche dalla Lega. "La politica - fa eco Andrea Liverani, consigliere regionale del Carroccio in Emilia Romagna - deve rimanere fuori dalla scuola italiana, in classe i ragazzi vanno educati: devono imparare la lingua italiana, la matematica, le scienze, la geografia, le lingue straniere. Vanno a scuola per imparare e farsi una cultura senza condizionamenti esterni, tanto più - afferma Liverani - se questi sono di matrice politica. L’ideologia e la propaganda devono stare fuori dalle aule, soprattutto quando in queste siedono dei ragazzini. Compito e missione della professione di insegnante - sostiene - è quella di formare e fornire nozioni essenziali per la vita quotidiana, non fare politica. Altrimenti significa essere inadeguati al ruolo”.

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