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Family Act, risparmi per chi assume colf e badanti

12 giugno 2020 | 13.06
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“Il Family act è il primo vero tentativo di riformare in modo concreto il welfare italiano mettendo finalmente al centro le famiglie e le loro necessità, in primis quella di avvalersi del prezioso aiuto di colf, badanti e baby sitter. Un’esigenza ormai divenuta trasversale soprattutto al fine di incentivare il lavoro femminile e per la quale oggi vengono introdotte importanti novità, come la possibilità di ottenere deduzioni o detrazioni per chi assume personale domestico con regolare contratto”. E’ quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, componente Fidaldo.

“Ringraziamo il Governo ed i ministri Bonetti e Catalfo per il lavoro svolto – prosegue - e per aver saputo accogliere le istanze delle associazioni delle famiglie, tra le quali la nostra, che da anni si battono per l’introduzione di un meccanismo universale di sostegno alla genitorialità e per la conciliazione dei tempi di vita, soprattutto delle donne. Tra queste la deduzione del costo del lavoro domestico, per la quale ci battiamo in modo specifico. Una misura di equità sociale che consentirà alle famiglie di risparmiare, di incrementare il lavoro al femminile, sia per qualità che per quantità, ma anche di invertire un triste primato, quello che vede il settore domestico fanalino di coda per lavoro nero: su 2 milioni di lavoratori, 1,2 milioni sono senza contratto. Per noi la strada maestra resta quella della totale deduzione del costo del lavoro domestico: stipendio, Tfr e contributi. Un’operazione che consentirebbe alle famiglie di risparmiare dai 2 ai 5 mila euro l’anno a fronte di costi per il personale che in alcuni casi possono arrivare alla soglia dei 17 mila euro l’anno.

"Ora – conclude - il nostro impegno ed anche il nostro auspicio è quello di supportare il Governo ed il Parlamento affinché i decreti attuativi possano prevedere percentuali di detraibilità e deducibilità che più si avvicinino alla soglia massima”.

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