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Cinema: Fanny Ardant, in 'Cadences obstinées' il mio amore per la musica

09 aprile 2015 | 20.03
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L'attrice al Festival 'Rendez-vous' di Roma per presentare il suo secondo film da regista e 'Chic', la commedia che ha inaugurato la rassegna in cui interpreta una stilista in crisi creativa. E su Parigi dopo l'attentato a 'Charlie Hebdo': "La vita non è cambiata. C'è stato sensazionalismo. Ci sono centinaia di siriani che muoiono ammazzati e in questo caso, perché sono morti dei francesi, c'è stata tutta questa eco" (Videointervista 1 - 2 - 3 - 4)

Fanny Ardant in una scena del film 'Chic'
Fanny Ardant in una scena del film 'Chic'

"Il rapporto con la musica può essere solo la ricerca dell'assoluto. La musica è esigente, chiede, ma ridà e non tradisce, a differenza dell'amore". Fanny Ardant parla così con l'Adnkronos di 'Cadences obstinées', il suo secondo film da regista che sarà proiettato a Roma nell'ambito della quinta edizione del Festival del cinema francese 'Rendez-vous'.

"Ho voluto che la protagonista del mio film, interpretata da Asia Argento - spiega l'attrice e regista - facesse le stesse domande all'amore e alla musica. Chiede l'assoluto all'amore che non si può avere, e quando non può avere l'amore assoluto che lei desidera, torna alla musica, perché la musica è esigente, ma ti ridà, non ti tradisce. Io adoro ascoltare sempre la musica, anche nella camera d'albergo porto sempre con me la musica".

L'attrice, ex musa e compagna di Francois Truffaut, è protagonista di 'Chic', film che ha inaugurato il festival 'Rendez-vous', diretto da Jérome Cornuau e ambientato nel mondo della moda in cui Ardant indossa i panni di una stilista in crisi creativa. Il confronto con 'Il diavolo veste Prada' sembrerebbe d'obbligo.

"Non visto quel film - afferma Ardant - ma sapevo che era sul mondo della moda che penso sia un pretesto per parlare di diversi 'mondi', da quello della finanza, a quelli della creatività, dell'amore, dell'ambizione. Dunque credo che per un regista il mondo della moda sia perfetto: può sembrare superficiale, ma in realtà mette in moto diversi conflitti. E questo è l'aspetto interessante. Poi il mio personaggio è ambiguo, quello di una donna onesta, un po' outsider".

Ardant, che ha anche vissuto a Roma ("ma non vedo i cambiamenti con il passato, vivo il presente, a Roma come a Parigi. Forse troppe leggi, ma non è solo un fenomeno italiano"), ha anche lavorato con diversi registi italiani, da Antonioni a Scola, fino a Martone. Non ama però fare delle graduatorie: "Non mi piace dire che preferisco lui o l'altro, per definizione amo non sapere da dove arriva il regalo. Se uno ha scritto la sua piccola lista di desideri è meno interessante", sussurra l'attrice.

Per lei, che adesso vive a Parigi, la città non è cambiata dopo l'attentato a 'Charlie Hebdo' del 7 gennaio scorso, nel quale hanno perso la vita dodici persone e undici sono rimaste ferite. "Non ho capito perché c'è stata tutta questa eco quando ci sono centinaia di siriani che muoiono ammazzati e in questo caso, perché sono morti dei francesi, si è fatta tutta questa cosa", afferma Ardant, secondo la quale "la vita a Parigi non è cambiata. Forse - dice - è stato dato più potere alla polizia, ma per il resto nulla è cambiato. Un po' di sensazionalismo, ma nulla di più. Poi, si sa benissimo che uno vive nel proprio quartiere", conclude.

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