Roma, 26 feb. (Adnkronos Salute) - L'interesse dell'industria farmaceutica per i medicinali 'orfani' sta cambiando. "Oggi è maggiore, e questo è un messaggio positivo che vogliamo dare ai pazienti colpiti da malattie rare e in attesa di una cura. Per loro i farmaci iniziano ad essere meno orfani". Lo afferma all'Adnkronos Salute Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione italiana sulla ricerca delle malattie ossee (Firmo) che oggi a Roma ha promosso il convegno 'Le nuove scoperte per la cura delle malattie orfane in endocrinologia'. "Assistiamo alla nascita di realtà industriali - prosegue - che puntano allo sviluppo di farmaci per le malattie rare, e questo è un segnale davvero positivo per tutti".
"Questo settore - spiega Brandi, ordinario di endocrinologia dell'Università di Firenze - poco praticato dalle grandi aziende, è invece un banco di prova per la loro ricerca farmaceutica, che usa le patologie rare come modello per creare molecole che poi sono indirizzate alle malattie più comuni e con un numero maggiore di pazienti. Da un punto di vista etico non è corretto - avverte - vogliamo invece lanciare un messaggio: chi opera in questo settore, 'sfruttando ' le patologie rare come modello per poi fare altro, dovrebbe avere un obbligo nel supportare chi lavora su patologie meno diffuse ma molte dannose e su cui c'è maggior necessità d'investire".
