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Farmaci: cura salva-vita a bimbo grazie a Fb e Twitter, ma in Usa e' polemica

24 marzo 2014 | 15.39
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Roma, 24 mar. (Adnkronos Salute) - La medicina ai tempi di Facebook e Twitter. Grazie al pressing generato da una massiccia campagna sui social, Josh, un bimbo americano di 7 anni, ha ricevuto un farmaco salva-vita, ancora sperimentale. L'azienda farmaceutica, che inizialmente si era rifiutata, ha ceduto e ha acconsentito, d'accordo con la Fda, ad avviare un test clinico 'su misura', visto che il piccolo non aveva i requisiti per entrare in quello in corso. L'America ha tirato un sospiro di sollievo, ma immediatamente sono divampate le polemiche sulla pressione dei nuovi mezzi di comunicazione e sugli effetti in casi delicati come questo, quando in pratica è l'opinione pubblica a decidere la somministrazione di una cura.

Joshua Hardy - racconta un lungo articolo sul 'Washington Post' - viene colpito da un'infezione molto grave dopo un trapianto di midollo. Per sopravvivere ha bisogno di un farmaco specifico, un antivirale ancora in sperimentazione. L'azienda produttrice, la Chimerix, aveva respinto la richiesta, come aveva già fatto con centinaia di casi analoghi. E' allora che si mobilita, massicciamente, la rete. In pochi giorni, all'inizio di marzo, internet è invasa da foto che mostrano Josh sorridente in completo da baseball e poi sdraiato in un letto d'ospedale con tubicini dappertutto.

Si scopre che il bimbo ha combattuto, e vinto, contro il cancro per ben 4 volte da quando ha avuto 9 mesi. La malattia lo ha lasciato praticamente senza difese immunitarie e a febbraio il piccolo viene infettato da un virus che mette in serio pericolo la sua vita. Su internet, Facebook e Twitter la parola d'ordine è 'savejosh', come l'hashtag creato dal quarterback dei Redskins di Washington, Robert Griffin III, per mobilitare i suoi follower su Twitter, più di un milione 120 mila fan. Oltre 20 mila persone firmano una petizione per l'uso compassionevole del farmaco, in modo che possa essere somministrato al bambino al di fuori dei trial clinici. L'azienda è costretta a tornare sui suoi passi. E trova una soluzione insieme alla Fda per dare il medicinale a Josh. (segue)

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