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Farmaci: Tdm, nuove cure anti-epatite C subito solo per 1 paziente su 4

06 febbraio 2014 | 10.48
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Roma, 6 feb.(Adnkronos Salute) - Pochi pazienti trattati, poco personale dedicato e ancora molte differenze regionali nell'organizzazione dei servizi. E' il quadro delineato dall'indagine civica sull'accesso alle nuove terapie contro l'epatite C, realizzato dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (Cnamc)-Cittadinanzattiva in collaborazione con Epac onlus e presentato oggi a Roma. In Italia le epatite virali costituiscono una vera e propria emergenza sanitaria: il nostro Paese è, in Europa occidentale, quello con il più alto tasso di epatite C e di tumore del fegato legato all'infezione. I dati Istat disponibili, inoltre, confermano più di 20 mila morti all'anno in Italia da epatite cronica, cirrosi e tumore del fegato.

Attualmente per il trattamento dell'epatite C sono disponibili i nuovi inibitori della proteasi che, in associazione ai farmaci già disponibili, vanno a formare la cosiddetta 'triplice terapia', un nuovo trattamento, destinato ai pazienti Hcv positivi con genotipo 1, che aumenta la possibilità di successo terapeutico sino all'80%. L'indagine civica punta a raccogliere informazioni sull'accesso nelle regioni alle nuove terapie farmacologiche per il trattamento della malattia, attraverso interviste ai pazienti con genotipo 1 (287 il numero dei pazienti intervistati); questionari rivolti ai centri (65) deputati alla prescrizione e gestione della triplice terapia; analisi degli atti ufficiali attraverso cui le regioni hanno regolamentato l’erogazione della terapia.

I dati indicano che solo il 15% dei pazienti con epatite C è ritenuto idoneo all'utilizzo dei farmaci innovativi per la cura della malattia, e fra questi solo un paziente su quattro ha avuto un accesso immediato alla nuova terapia, mentre il 35% è inserito in lista di attesa. Le strutture che erogano la nuova terapia sono, a livello nazionale, 353 e fra i 65 centri intervistati. Risulta che ben l'80% continua a lavorare con la stessa dotazione di personale, nonostante l'aumento delle complessità gestionali dei nuovi trattamenti. (segue)

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