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Fase 2, Cosmetica Italia: "8mila imprese a rischio in Lombardia con saloni chiusi"

13 maggio 2020 | 15.58
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(Fotogramma)
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Profonda preoccupazione di Cosmetica Italia, l'associazione nazionale imprese cosmetiche, per la ventilata mancata riapertura il 18 maggio dei saloni di acconciatura e di estetica in Lombardia. ''In questa regione -si sottolinea in una nota- la categoria è la più numerosa in Italia e conta 25.000 esercizi che danno lavoro a circa 65.000 addetti. Un prolungamento del lockdown metterebbe a rischio la sopravvivenza di almeno 8.000 imprese con una ricaduta occupazionale negativa per 25.000 lavoratori del settore''.

Secondo Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia ''La riapertura il 18 maggio è determinante soprattutto in Lombardia, che costituisce il territorio italiano con il maggior numero di addetti e in cui si è sviluppato un polo di produzione cosmetica di eccellenza a livello mondiale. Anche nel periodo di totale chiusura delle attività produttive, il nostro settore è stato riconosciuto come necessario per il benessere delle persone e per l’economia del Paese. Adesso è vitale la riapertura del canale distributivo, per garantire la sopravvivenza di tutta la filiera ed evitare ricadute occupazionali. Il settore è certamente in grado d i darsi ulteriori regole igienico - sanitarie rigorose, a completamento di quelle efficaci già normalmente applicate, per una ripresa rapida che coniughi attenzione alla salute e alla sicurezza degli operatori e dei clienti, richiesta di benessere dei cittadini e riduzione degli impatti sociali''.

L'associazione sottolinea che l’attività di saloni di acconciatura e centri estetici genera in Lombardia, primo mercato italiano per fatturato complessivo, un volume di affari che super a il miliardo di euro. Il prolungamento delle chiusure oltre il 18 maggio comporterebbe quindi una ricaduta negativa per l’economia lombarda di oltre duecento milioni di euro e genererebbe inevitabilmente una grave crisi sociale a carico di quasi sessantacinquemila famiglie lombarde, per 90 giorni senza una fonte di reddito e senza alcuna misura di sostegno efficace .

Un ulteriore concreto rischio sarebbe quello di favorire la nascita e la diffusione di lavoro abusivo a domicilio, senza controlli né misure di sicurezza, incrementando in modo esponenziale il pericolo di contagio che le misure vorrebbero evitare. Il 90% delle 25.000 imprese lombarde del settore è costituito da unità con 2,5 persone occupate in media, capaci di generare fatturati e margini appena sufficienti a garantire la gestione giornaliera dell’esercizio. La categoria di acconciatori ed estetisti rappresenta (dati Unioncamere) la seconda categoria artigianale nel nostro paese. Alla luce dei dati e delle considerazioni esposte chiediamo con forza la riapertura di saloni di acconciatura e centri estetici in Lombardia non oltre il 18 maggio per la sopravvivenza e la salvaguardia di un settore fondamentale per l’economia e le famiglie del territorio.

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