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Caso Moro: Maria Fida, non so se in via Fani c'erano Servizi, battere ogni pista

24 marzo 2014 | 14.31
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''Non so se in via Fani c'erano davvero uomini dei Servizi segreti, per quel che ho capito ci sarebbero delle prove. Il punto e' che ogni pista e' possibile e va battuta: perche' dovremmo credere sempre e solo alla versione dei brigatisti?''. Maria Fida Moro, figlia maggiore dello statista Dc ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, commenta cosi', all'Adnkronos, le ultime rivelazioni di un ispettore di Polizia in pensione, Enrico Rossi, su una lettera anonima scritta dall'uomo che era sul sellino posteriore dell'Honda in via Fani quando fu rapito Aldo Moro.

''La storia del caso Moro va tutta ancora scritta -spiega Maria Fida- e forse ci sono altre presenze sul luogo della strage, oltre a quelle di cui si parla a proposito della moto. Non ho le prove, e' un mio convincimento. Ma bisogna cercare ancora e anche per questo solo io, di tutta la mia famiglia, ho firmato per riaprire l'inchiesta. Non voglio fare guerra ai fantasmi ma richiamare le persone alla propria coscienza''.

''Mentre mi da' un dolore allucinante pensare che i miei pensieri piu' fantasiosi possano poi rivelarsi reali -prosegue la figlia maggiore dell'ex presidente del Consiglio ucciso dalle Br- sottolineo il coraggio dell'ispettore Enrico Rossi, che ha voluto comunicare proprio a me le sue rivelazioni. Apprezzo chi si espone per cercare verita': nel caso Moro l'ipotesi piu' improbabile potrebbe risultare proprio quella vera. E niente mi stupira' di quello che vedro' succedere in futuro''. (segue)

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