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"Maltrattamento di astici e granchi", ristoratore condannato a Firenze

15 aprile 2014 | 17.32
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Il Tribunale di Firenze ha condannato un ristoratore di Campi Bisenzio per aver detenuto astici e granchi vivi sul ghiaccio con le chele legate: 5000 euro di ammenda la pena comminata, oltre al pagamento delle spese legali.

La vicenda era scaturita da un esposto della Lav, presentato nell'ottobre del 2012, che denunciava le condizioni di detenzione di alcuni crostacei all'interno di un ristorante di Campi.

Gli agenti della polizia municipale avevano quindi effettuato un sopralluogo, confermando quanto denunciato dalla Lav: all'interno di due diversi frigoriferi, infatti, furono rinvenuti astici e granchi vivi con le chele legate, esposti a temperature tra 1,1 e 4,8 gradi centigradi. La polizia municipale aveva quindi provveduto a informare la Procura della Repubblica di Firenze di quanto accertato.

Martedì la condanna, ai sensi dell'art. 727 del Codice penale, a carico del titolare del ristorante. ''Il Tribunale di Firenze conferma anche a livello giuridico la teoria sostenuta da sempre più esponenti del mondo scientifico e difesa dalla Lav - commenta l'avvocato Francesca Gramazio, dell'ufficio legale Lav - le aragoste mantenute sul ghiaccio sono in uno stato di malessere e stress e pertanto chi li sottopone a tali condizioni causa loro una sofferenza punibile ai sensi della legge 189\04''.

''Questa sentenza - prosegue l'avvocato Gramazio - dimostra chiaramente che le norme sul maltrattamento possono riguardare tutti gli animali, compresi i crostacei, e che è necessaria una spinta all'applicazione della norma anche in questo ambito''.

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