''La situazione in cui versava il servizio di medicina nucleare del S.Eugenio era fuori norma da molti anni per quanto riguarda la tutela di operatori e pazienti dalle radiazioni emesse delle sostanze utilizzate per gli esami, ma non si è mai intervenuti. Praticamente è come se il reparto fosse rimasto agli anni '70. Il problema era stato più volte segnalato nei mesi e negli anni scorsi anche dal dirigente facente funzioni, ma tutte le segnalazioni erano cadute nel nulla''. Lo afferma, in una nota, la Regione Lazio.
''Lo scorso 24 marzo -sottolinea la Regione Lazio- l'esperto qualificato dell'azienda ha consegnato alla direzione generale un rapporto dettagliato con cui segnalava tante e tali carenze da rendere obbligatoria la chiusura immediata del reparto per la sicurezza di operatori e pazienti. Per la sua ristrutturazione è gia stato dato incarico agli uffici tecnici interni di verificare tempi e costi e modalità d'intervento. L'obiettivo è avviare i lavori al più presto e concluderli prima dell'autunno''.
''La cosa strana -conclude- è che tutti sapevano ma in questi anni nessuno si è preso la responsabilità di intervenire per ripristinare quelle norme e quelle condizioni di sicurezza a tutela di tutti gli utenti in un reparto dove per fare gli esami si utilizzano isotopi altamente radioattivi. Anche questa situazione di abbandono a breve sarà sanata''.