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Wojtyla: Ruini, i compagni di seminario sulla porta scrissero 'futuro santo'

06 aprile 2014 | 15.21
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'Ma il vescovo di Roma sono io!'. Karol Wojtyla, malato e ormai impossibilitato a grandi spostamenti per le forze che diminuivano, rispondeva così all'allora segretario particolare, Stanislao Dziwiz, che lo rassicurava dicendo che le visite parrocchiali le avrebbe fatte, al suo posto, il cardinale Camillo Ruini. Un episodio significativo che Ruini, già presidente della Cei e vicario della diocesi di Roma, racconta a pochi giorni dalla canonizzazione (avverrà il 27 aprile) di Wojtyla e di Roncalli.

Ruini torna alla battuta di papa Wojtyla: " Il Papa - racconta alla Radio Vaticana - rispose: 'Ma il vescovo di Roma sono io!'. Queste parole che egli ha riferito, questa risposta data all'attuale cardinale Dziwisz, sono del gennaio 2005, quindi soltanto quattro mesi prima che morisse". Il cardinale Ruini racconta che ci fu una raccolta di firme per elevare agli altari il papa polacco. "Appena prima del conclave, il cardinale Tomko raccolse le firme dei cardinali - ne raccolse moltissime - e dopo l'elezione di Benedetto XVI le diede a me, che ero allora cardinale vicario, che le portai al nuovo Papa nella prima udienza che ebbi da lui", ricorda. (segue)

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