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Latitanti della Sacra Corona rintracciati in B&b a Leverano, erano armati

09 maggio 2014 | 14.39
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Latitanti della Sacra Corona rintracciati in B&b a Leverano, erano armati

Sono stati rintracciati in un Bed and breakfast nei pressi di Leverano, dove alloggiavano grazie a documenti falsi, i latitanti Alessandro Greco e Francesco Mungelli, catturati stamane all'alba dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce. Entrambi erano sfuggiti all'operazione 'Network' del 26 febbraio scorso (e non a quella denominata Tam Tam del 18 febbraio come riferito in precedenza). Durante la perquisizione sono stati rinvenuti, oltre alle carte di identita', alle patenti di guida e alle tessere sanitarie false, anche sei cellulari, una pistola marca Taurus tipo 357 magnum priva di cartucce e numerosi appunti relativi alla gestione di traffici illeciti contenuti in un sacchetto di zucchero.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Lecce, che hanno dato luogo all' operazione Network, sono state condotte mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali e con numerosi servizi di osservazione, controllo, perquisizione e sequestro. L'inchiesta ha portato ad acquisire prove su una organizzazione mafiosa e della parallela associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (in particolare dalla Spagna) nata su impulso di Salvatore Rizzo, e diretta da Andrea Leo e Alessandro Verardi (capi del Clan denominato 'Vernel'). Particolare significato hanno assunto poi le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Manna e dello stesso Alessandro Verardi.

Nel corso delle indagini svolte sul gruppo mafioso capeggiato da Andrea Leo e Alessandro Verardi sono emersi elementi che hanno consentito di accertare sul territorio della provincia di Lecce l'operativita' di altre organizzazioni di tipo mafioso riconducibili alla Sacra Corona Unita, in particolare il gruppo che faceva capo a Roberto Nisi, che operava nel territorio della citta' di Lecce e dintorni, di quello che faceva capo a Pasquale Briganti, detto Maurizio, pure operante in prevalenza nella citta' di Lecce e del gruppo mafioso che faceva capo alla famiglia di Bruno De Matteis che operava a Merine e paesi vicini. Le alleanze ed i contrasti tra questi gruppi hanno caratterizzano di fatto la vita dell'organizzazione di Leo e Verardi che, con il 'patronato' di Toto' Rizzo, ha tentato sin dal 2010 di imporsi in maniera esclusiva sul territorio di appartenenza.

Di particolare rilevanza si sono rivelate le prove acquisite sul controllo, da parte del gruppo Leo-Verardi, degli stabilimenti balneari del litorale tra Torre Specchia e San Foca, con l'imposizione ai gestori degli stessi del pagamento del 25% sui ricavi e la gestione dei parcheggi delle zone circostanti, nonche' con l'imposizione dei servizi di vigilanza ai lidi della marina di Vernole. Verardi, avvicinandosi l'estate 2011, di ritorno dalla Spagna, dove aveva trascorso un periodo di latitanza (prima di essere catturato dalla Squadra Mobile di Lecce) e aver gestito il traffico degli stupefacenti da quel Paese, aveva organizzato l'esecuzione di una serie di estorsioni ai gestori degli stabilimenti balneari e di altri esercizi pubblici (bar e gelaterie) della costa adriatica del Salento e in particolare nelle marine di Vernole e Melendugno.

Era quello il periodo in cui lo stesso Verardi aveva stretto accordi con il gruppo di Roberto Nisi, interessato allo stesso settore illecito. L'indagine ha evidenziato i rapporti di cooperazione esistenti tra i principali sodalizi mafiosi leccesi, funzionali al controllo delle estorsioni e del traffico di stupefacenti, che si confermano i principali settori d'interesse illecito dei Clan mafiosi egemoni nell'ambito della Scu.

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