Prima le note del silenzio fuori ordinanza. Poi i nomi di novecento vittime della mafia, letti uno dopo l'altro, dalle ragazze e dai ragazzi delle scuole di Milano, dai cittadini e dai rappresentanti delle istituzioni: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro, Pio La Torre, Boris Giuliano, Giuseppe Impastato, Rosario Livatino, Giuseppe Puglisi, Lea Garofalo.
E ancora, poliziotti e carabinieri delle scorte e cittadini che hanno avuto il coraggio di non piegarsi al potere della mafia. Come Giorgio Ambrosoli, l'ultimo nome ad essere pronunciato stamani, in via Morozzo della Rocca, luogo dove l'11 luglio di 35 anni fa assassinato davanti al portone di casa. Lì, all'ingresso del civico 1, una folla si è riunita questa mattina per non dimenticare e assistere allo scoprimento della targa, posta dal Comune di Milano a perenne ricordo dell'avvocato milanese e del suo sacrificio.
Alla cerimonia sono intervenuti l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, che ha portato il saluto del Sindaco e della città, il Presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, gli assessori Marco Granelli (Sicurezza) e Francesco Cappelli (Educazione e Istruzione), numerosi consiglieri comunali. Insieme a loro la moglie e i figli dell'avvocato ucciso, l'anziano maresciallo dei Carabinieri Silvio Novembre che, con Ambrosoli, condusse le indagini sulla Banca Privata Italiana, i rappresentanti delle Forze dell'Ordine e dell'Associazione Libera. Insieme a tanti ragazzi delle scuole e delle università, Nando Dalla Chiesa, Presidente Onorario di Libera e Alessandro Giuliano, Capo della Squadra Mobile di Milano, entrambi figli di vittime della mafia. (segue)