Amanda Knox si sente disperata e paragona l'effetto della condanna a 28 anni e sei mesi per l'omicidio di Meredith Kercher pronunciata la scorsa settimana a Firenze a ''una diagnosi di cancro''.
In una intervista al quotidiano britannico Guardian, la giovane donna che vive negli Stati Uniti spiega che, all'università dello stato di Washington dove frequenta un corso di scrittura creativa, formalmente ''non ci sono state conseguenze. Le persone sono gentili e rispettose, ma è come se mi avessero appena diagnosticato un cancro''.
''Non c'è nessun luogo in cui non ci sia questa consapevolezza che io sia la ragazza condannata di nuovo. Ed è così dilagante nel più profondo della mia vita. Non riuscirò mai ad accettare l'idea che chiunque possa citare una qualche decisione di un giudice e dire che sono una assassina condannata. Un conto è essere considerata come una persona prosciolta, un altro come persona condannata e fa male. Mi fa sentitire molto più isolata e marchiata'', aggiunge ammettendo tuttavia che la situazione è peggiore per Raffaele Sollecito: ''per cui non c'è via di scampo''.