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Milano, intervento record su bimbo di 2 anni malato di tumore: organi salvati da robot

19 maggio 2014 | 13.37
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Milano, intervento record su bimbo di 2 anni malato di tumore: organi salvati da robot

Intervento record a Milano su un bimbo di 2 anni e mezzo malato di un tumore raro e aggressivo. Lo annunciano i medici della Fondazione Policlinico, che grazie all'aiuto di un chirurgo-robot sono riusciti a rimuovere il cancro senza sacrificare alcun organo del piccolo paziente, ma anzi ne hanno ripristinato la funzionalità. "E' il primo intervento in Italia di questo tipo", sottolineano.

Quella di Luca (nome di fantasia) è una storia a lieto fine iniziata circa un anno fa, quando il bambino fu portato al Pronto soccorso pediatrico del Policlinico di Milano, inviato da un altro ospedale. Già allora "si presentava in gravi condizioni generali - raccontano i medici dell'Irccs di via Sforza - con una importante insufficienza renale acuta con valori 7 volte oltre la norma e la presenza di una grossa tumefazione addominale". Il bimbo fu ricoverato in Rianimazione pediatrica e trattato con procedure d'emergenza, riportando un iniziale miglioramento delle condizioni. Ma dagli esami diagnostici risultò un grosso tumore che coinvolgeva prostata, vescica e diversi linfonodi. Si trattava di un 'rabdomiosarcoma embrionale', tumore raro e aggressivo che colpisce nella prima infanzia.

Insieme ai colleghi dell'Istituto nazionale tumori, gli esperti del Policlinico hanno calibrato chemioterapia e radioterapia con l'obiettivo di ridurre il più possibile la massa tumorale, in modo da renderla abbastanza piccola da essere asportata. Prima di arrivare alla sala operatoria, però, sono dovuti passare 9 mesi di trattamenti e cure.

Ed ecco l'intervento. Gli specialisti guidati da Gianantonio Manzoni, direttore dell'Urologia pediatrica del Policlinico di Milano e presidente neo-eletto della European Society for Pediatric Urology (Espu), hanno eseguito una 'cisto-prostatectomia parziale per via robotica laparoscopica assistita': hanno cioè rimosso il tumore residuo, preservando i tessuti sani e salvando la funzionalità degli organi coinvolti. L'intervento è stato eseguito con il robot da Vinci dal chirurgo urologo Bernardo Rocco, e a 2 mesi dall'operazione ha permesso al piccolo Luca di tornare "esattamente come tutti gli altri bambini". La strada da percorrere, però, non è ancora finita: il follow-up sarà "necessariamente lungo", precisa Manzoni.

"L'integrazione di diversi ambiti clinici, così come l'utilizzo delle più sofisticate tecnologie chirurgiche a disposizione - sottolinea - ha permesso una completa asportazione della massa tumorale senza la necessità di rimuovere completamente la vescica e di procedere a interventi sostitutivi molto più complessi e invalidanti". Inoltre, aggiunge Rocco, "la grande esperienza maturata nell'ambito della chirurgia robotica per il tumore prostatico dell'adulto è stata fondamentale per pianificare l'intervento nei dettagli".

L'applicazione della chirurgia robotica anche in urologia pediatrica "è un ambito di altissima specializzazione - avverte Manzoni - che richiede necessariamente la presenza di centri di eccellenza in cui coesistano competenze nell'ambito dell'urologia sia dell'adulto sia del bambino. Centralizzare le risorse per il trattamento delle patologie più complesse è quindi indispensabile, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo, e in cui è ancor più necessario riuscire a contenere i costi della sanità pubblica". Gli esperti ringraziano per il "prezioso e fondamentale supporto" le onlus Fondazione Rtu per la ricerca e terapia in urologia e Abn-Associazione per il bambino nefropatico (Abn).

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