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Navi veleni: atti desecretati, nel relitto di Cetraro si intravedono due cadaveri

23 maggio 2014 | 18.37
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Ci sarebbero stati anche due cadaveri, visibili attraverso un oblò, a bordo del cosiddetto "relitto di Cetraro", nel 2009 al centro di un'inchiesta scaturita dalle dichiarazioni del pentito di 'ndrangheta Francesco Fonti sulle navi dei veleni. Ne parlò nel settembre di quell'anno il procuratore di Paola dell'epoca, Bruno Giordano, nel corso di un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella. Il relitto viene identificato dal procuratore come la nave Cunski, fatto in seguito smentito dal governo che invece lo identificò come quello della nave passeggeri Catania, affondata nel 1917 per un atto di guerra.

"La cosa più inquietante delle immagini che ci sono pervenute -si legge negli atti dell'audizione di Giordano, desecretati oggi dalla Camera- è che attraverso uno degli oblò sembrerebbero visibili come due forme fisioniomiche umane -dice Giordano-. Non vorrei dire due teschi, ma sembra proprio due volti in aderenza all'oblò". Il procuratore afferma di non sapere se si tratti di membri dell'equipaggio, ed evoca anche "L'isola del tesoro" di Stevenson, quando il capitano Flint sommerge il tesoro e elimina i testimoni. "Nulla è più facile -testimonia ancora Giordano- che si sia fatto 'un business e due servizi', cioé che molto sbrigativamente si sia anche eliminato qualcuno che evidentemente doveva sparire". (segue)

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