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Allarme Hiv nel Lazio, domani a Roma test gratuiti a piazza di Spagna

24 maggio 2014 | 17.58
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Allarme Hiv nel Lazio, domani a Roma test gratuiti a piazza di Spagna

Roma, 24 mag -(Adnkronos Salute) - Allarme Hiv nel Lazio, dove si registrano 8,8 nuovi casi di infezione per 100mila residenti. L'allerta arriva dal Congresso nazionale Icar (Italian Conference on Aids and Retrovirus), promosso dalla Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit), che si apre domani a Roma, città dove per l'occasione, a Piazza di Spagna dalle ore 15 alle 18, si potrà fare gratuitamente il test per l'Hiv e ottenere informazioni sull'Aids e sulle corrette misure di prevenzione. Iniziativa realizzata in collaborazione con l'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani della capitale.

Il congresso - in corso fino al 27 maggio - punta sull'alleanza tra scienza di base, ricerca, competenze delle associazioni di pazienti e delle comunità colpite dall'Hiv, in un momento in cui gli standard di assistenza e cura raggiunti in Italia devono confrontarsi con esigenze di sostenibilità, mettendo così costantemente in discussione i percorsi intrapresi nei diversi ambiti.

In questi ultimi anni - ricordano gli specialisti - il numero di nuove diagnosi di infezione da Hiv si è stabilizzato su circa 4000 nuovi casi all'anno. Nel 2012, più della metà delle segnalazioni sono pervenute da tre regioni: Lombardia (27,6%), Lazio (14,5%) ed Emilia-Romagna (10,4%). E' possibile stimare che circa 150mila persone in Italia siano sieropositive. Il dato allarmante è che l'età della diagnosi sia sempre più alta con una età media di 38 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine. Questo dato si accompagna alla conferma che la diagnosi arriva sempre più spesso troppi tardi, quando l'infezione ha già creato gravi danni immunitari.

Sul piano scientifico, poi, la continua riduzione dei finanziamenti per la ricerca che si è registrata negli ultimi anni in Italia- sottolineano gli infettivologi - "l'ha fatta retrocedere agli ultimi posti delle classifiche dell'Unione europea e dell'Ocse. Stiamo assistendo, infatti, ad un progressivo smantellamento della rete scientifica con il pretesto che le università, così come ospedali e altre istituzioni, sono troppe e quindi inutili e costose. Tutto ciò sta determinando una continua emigrazione di giovani laureati in altri paesi europei e del resto mondo. Per contro, nonostante i tagli dei finanziamenti, la ricerca italiana continua a classificarsi fra le migliori in Europa e nel mondo".

"In questo scenario - spiega Massimo Andreoni, presidente del Congresso e presidente Simit - la Conferenza italiana sull'Aids, Icar, nel quale accanto ad illustri scienziati provenienti dal tutto il mondo saranno i giovani ricercatori italiani a presentare i risultati della loro ricerca. Infatti, gran parte del convegno sarà dedicato alla presentazione di studi condotti in Italia da circa 100 giovani ricercatori selezionati per le ricerche svolte. La conferenza quest'anno vede partecipare più di mille delegati di cui il 45% rappresentato da donne".

"Il Lazio rappresenta una delle regioni maggiormente colpite - aggiunge Andreoni - con una incidenza di nuovi casi di infezione di HIV pari a 8,8 casi per 100.000 persone residenti. Nella nostra regione sono stati segnalati circa 10.000 casi di Aids. In conclusione, la sensazione che si percepisce è che la nuove possibilità terapeutiche che rendono oggi questa malattia controllabile nella maggior parte dei casi e un ridotto interesse da parte dei media abbia determinato una perdita di attenzione da parte della popolazione alla trasmissione di questa malattia. E' utile ricordare che i farmaci che oggi possediamo sono estremamente efficaci ma non in grado di eradicare l'infezione e quindi il trattamento della malattia deve essere considerato cronico per tutta la vita con le conseguenze che questo può determinare".

"La sensazione di noi specialisti è che le denunce di infezione possano essere sottostimate rispetto ai casi effettivi", aggiunge Federico Perno, docente di Virologia università di Roma Tor Vergata. "Al di là dei numeri - continua lo specialista - ciò che ci colpisce sono le nuove popolazioni: aumentano le infezioni per i giovani omosessuali, che pensavamo protetti dalle campagne d'informazione. Inoltre l'Italia è tra i fanalini di coda in Europa come tempo della diagnosi: è troppo tardiva, in fase avanzata, e questo significa minori chance di tornare alla normalità anche con una terapia antivirale efficace, nonché maggiori chance di contagio di altre persone nel lungo periodo che intercorre tra l'infezione e la diagnosi (tardiva). La colpa è, purtroppo, semplice: la totale assenza della percezione della malattia e la completa incoscienza di fronte alla sua gravità".

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