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L’allarme di ‘Save the Children’: “Un bambino su tre in Italia è a rischio povertà”

29 maggio 2014 | 18.36
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L’organizzazione lancia un appello agli europarlamentari appena eletti nel nostro Paese: “Nella Ue 27 milioni di minori attendono interventi adeguati”

L’allarme di ‘Save the Children’: “Un bambino su tre in Italia è a rischio povertà”

Circa 27 milioni di bambini in Europa sono a rischio povertà o esclusione sociale, il 28% ovvero più di un minore su quattro nei Paesi Ue; mentre in Italia si tratta del 34% della popolazione, ben 3 milioni e mezzo, che si vanno ad aggiungere al milione di bambini e adolescenti che vivono in povertà assoluta.

“Questi dati parlano chiaro - denuncia Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - è necessario inaugurare una politica che, dispiegandosi in due direzioni, quella nazionale e quella europea, parta proprio dalle fasce oggi più vulnerabili ma che, se adeguatamente supportate e formate, possono costruirsi un futuro e garantirlo all’Italia e all’Europa”.

Save the Children lancia un appello a tutti gli europarlamentari eletti in Italia: “troppi i bambini che non possono più aspettare”, avverte l’associazione umanitaria. “Il problema della povertà e dell’esclusione sociale riguarda ormai tutte le Nazioni europee, compresi i Paesi nordici tradizionalmente egualitari e con un forte welfare. In Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia e Islanda, come anche in Slovenia, Olanda, Germania, Svizzera e Repubblica Ceca, la percentuale dei minori è a rischio povertà o esclusione varia dal 12 al 19%, in Italia raggiunge il 34%, in Grecia, Ungheria e Lettonia varia tra il 35% e il 41%, per superare addirittura la metà del totale, pari al 52%, in Romania e Bulgaria”.

Save the Children ricorda che si tratta di “un gap sempre più ampio rispetto agli obiettivi stabiliti dall’Europa per una crescita sostenibile e inclusiva, che prevedono l’affrancamento di almeno 20 milioni di individui dal rischio povertà o esclusione sociale entro l’anno 2020”.

Quanto in particolare all’Italia, “per un Paese come il nostro in cui anche la dimensione del lavoro rimane a rischio, è fondamentale sottolineare come gli effetti delle difficoltà lavorative dei genitori si riverberano sui minori”. Anche il livello di istruzione delle famiglie di origine gioca un ruolo rilevante sulle condizioni dei minori. “La percentuale di minori a rischio povertà o esclusione sociale nei Paesi Ue, infatti, è cresciuta in media dal 55.3% al 61% per i bambini figli di genitori con un basso livello di istruzione, mentre per le famiglie con un grado di istruzione elevato l’incremento si limita a mezzo punto percentuale. L’impatto negativo di una scarsa istruzione familiare rischia purtroppo di perpetuarsi nel futuro dell’Europa - osserva Save the children - visto che il 13% degli adolescenti abbandona la scuola dopo la secondaria di primo grado e non partecipa più ad alcun percorso formativo o educativo, una percentuale che supera il 17% in Italia”.

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