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Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia: 1.200 km in bici per ricordare i ‘Fantasmi di Portopalo’

31 maggio 2014 | 17.15
LETTURA: 4 minuti

La ciclista cagliaritana Gaia Ferrara partirà il 2 agosto con un obiettivo: raccogliere firme per recuperare i 286 corpi in fondo al mare che si trovano nel relitto della nave affondata la notte di Natale 1996 con a bordo pakistani e indiani in cerca di un futuro migliore

 - (INFOPHOTO)
- (INFOPHOTO)

Sono 286 i corpi che giacciono da 17 anni in fondo al mare, senza vita e senza sepoltura, nelle acque del Canale di Sicilia al largo di Portopalo. Vittime di una tragedia del mare che si è consumata la notte di Natale del 1996: erano asiatici, provenienti dal Pakistan, dallo Sri Lanka e dall’India in cerca di un futuro migliore, che volevano approdare sulle nostre coste ma non ce l’hanno fatta.

Di loro non resta che un vago ricordo di alcuni e l’indifferenza di molti. Ma c’è chi non si rassegna e dopo aver appreso della loro sorte di recente, in occasione della strage di Lampedusa del 3 ottobre scorso, in cui sono deceduti 366 immigrati, ha deciso di fare qualcosa per non lasciarli lì. Fare qualcosa per dar loro una sepoltura e un volto.

Gaia Ferrara - E’ Gaia Ferrara, 33 anni, cagliaritana di nascita, romana di adozione, ciclista per passione e anche per devozione, con alle spalle sei esperienze di pellegrinaggi sulle due ruote. Gaia, impiegata in una casa editrice, con una lunga esperienza da scout, si è interessata al caso passato alla storia come ‘I fantasmi di Portopalo’, dal libro del giornalista Giovanni Maria Bellu.

Recupero del relitto - Armata di buona volontà e compassione si è messa in testa di avviare un’iniziativa per il recupero del relitto della nave affondata, la F-145, e del suo carico di morte, con una raccolta di firme che sarà sottoposta alle istituzioni Ue. Lo scopo è sensibilizzare e sollecitare le autorità europee “affinché siano esse stesse ad agire” in quanto, spiega Gaia all’Adnkronos, “la sede europea è la dimensione presso la quale la questione dei migranti deve essere affrontata”.

1.200 km - L’idea della giovane è di percorrere in bicicletta 1.200 km, questa estate, da sola, lungo le coste italiane, dalla Puglia alla Calabria, dalla Basilicata fino all’estrema punta sudorientale della Sicilia a Portopalo. Un percorso a tappe nei luoghi simbolo degli sbarchi di gommoni e barconi che si sono avvicendati dagli anni ‘90, dove si trovano centri di accoglienza ancora attivi o chiusi, comunità di immigrati, testimoni diretti dei flussi di migranti e rifugiati.

‘Rambling for migrants’ - Il progetto ‘Rambling for migrants’ è stato abbracciato anche da ‘Libera’, l’organizzazione di don Ciotti contro le mafie, e si pone come obiettivo, oltre a una consistente raccolta di firme, anche l’avvio di iniziative spontanee di associazioni, istituzioni e comunità locali per organizzare manifestazioni per stimolare la sensibilità e il dialogo sul tema dell’integrazione e delle migrazioni.

Partenza il 2 agosto - Il viaggio dovrebbe iniziare il 2 agosto e concludersi entro fine mese. Sarà attivata a breve anche una petizione online dove, chiunque fosse interessato a una partecipazione attiva, o anche a fare tratti di percorso insieme alla Ferrara, potrà contattare gli organizzatori. Il tragitto avrà tra le tappe principali il passaggio nei campi di volontariato “e!state liberi” di don Ciotti. L’iniziativa è aperta e alla ricerca di partner, enti, organizzazioni e associazioni che possano offrire supporto come sponsorizzazioni, patrocini e collaborazioni.

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