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Finmeccanica, fondi neri per 17 mln di euro. Guarguaglini ai domiciliari

30 giugno 2014 | 10.07
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Il provvedimento nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Napoli sul Sistri. I fondi, destinati in parte al pagamento di tangenti, sarebbero stati creati attraverso un articolato sistema di false fatturazioni e sovrafatturazioni nei rapporti tra la Selex e società sub appaltatrici

Pierfrancesco Guarguaglini (Infophoto)
Pierfrancesco Guarguaglini (Infophoto)

L'ex presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, è stato sottoposto agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Napoli sul Sistri.

L'attività, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, nasce da ulteriori sviluppi investigativi, successivi all'esecuzione di analoghe misure cautelari disposte nell'aprile 2013 e nel marzo 2014, a seguito dei quali sono state delineate ulteriori responsabilità e interessi personali nel condizionamento delle scelte operate in seno al gruppo Finmeccanica nella fase di affidamento, realizzazione ed esecuzione del Sistema di tracciabilità dei rifiuti, denominato Sistri. Il progetto doveva essere operativo già dal 2010 ma, sottolinea la Dda partenopea, tuttora non ha trovato integrale avvio. Il progetto Sistri, sul quale era stato apposto il segreto di Stato, fu assegnato nel dicembre 2009 con un affidamento diretto dal Ministero dell'Ambiente alla Selex Service Management, del gruppo Finmeccanica, che aveva già autonomamente proposto il progetto al Ministero. Una volta aggiudicatosi l'affidamento, scrive il procuratore aggiunto Borrelli, "la Selex, in violazione delle previsioni contrattuali, faceva ricorso a soggetti terzi per realizzare gran parte del Sistri", dalla progettazione alla realizzazione e distribuzione dei dispositivi tecnici. Le indagini mettono in risalto che "attraverso un articolato sistema di false fatturazioni e sovrafatturazioni nei rapporti tra la Selex e le molteplici società sub-appaltatrici compiacenti, sono stati creati cospicui 'fondi neri' per un ammontare di circa 17 milioni di euro, destinati in parte al pagamento di tangenti in favore anche di Pierfrancesco Guarguaglini. Ciò mediante, tra l'altro, la costituzione di società nel Delaware (Usa) e l'apertura di conti correnti cifrati in Svizzera". Alcuni imprenditori vicini al gruppo Finmeccanica, già destinatari di misure cautelari nell'ambito dell'indagine, costituivano secondo la Dda napoletana "una sorta di 'braccio operativo', occupandosi materialmente della richiesta e dell'esazione delle somme di denaro illecitamente accumulate per recapitarle successivamente ai vertici del gruppo industriale".

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