La svolta in una memoria depositata dai legali della famiglia Poggi secondo cui l'ex fidanzato di Chiara avrebbe manomesso la bicicletta vista da una testimone sul luogo del delitto per nascondere le tracce di dna della vittima
"Riteniamo di non dover replicare non perché non siamo in grado di farlo, ma perché risponderemo nelle sede opportune". Così Fabio Giarda, tra i difensori di Alberto Stasi replica all'ultima notizia sull'omicidio di Chiara Poggi di cui è accusato il giovane di Garlasco.
Secondo una memoria consegnata dall'avvocato di parte civile Gian Luigi Tizzoni e riportata dal 'Corriere della Sera' ci sarebbe stato uno scambio di pedali tra due delle bici in possesso dell'unico imputato. In particolare quando, pochi giorni dopo l'omicidio del 13 agosto 2007 la stampa inizia a riferire che una testimone parla di una bicicletta nera, sarebbero stati scambiati i pedali della bici nera con quelli della bici bordeaux da donna, entrambe in possesso della famiglia Stasi. Un cambio che potrebbe avere ripercussioni, in vista del processo d'appello bis, visto che per la prima volta dall'inizio delle indagini i giudici hanno deciso di sequestrare la bici sospetta.
Una bici custodita nell'officina di papà Stasi e che l'ex maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto (denunciato per falsa testimonianza dai genitori della vittima) non sequestrò per presunte discrepanze su dettagli come le molle sotto la sella e il cestino. E invece, quando è stata portata davanti ai giudici del nuovo processo, la bici aveva il portapacchi e anche il mollettone descritto dalla testimone, quello per tenere fermi i giornali. Dettagli, quelli sui pedali, a cui la difesa di Alberto replicherà con una memoria in vista della prossima udienza.