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Ematoma cerebrale dopo il concerto dei Motörhead, ecco l'effetto delle 'testate rock'

04 luglio 2014 | 15.19
LETTURA: 3 minuti

I medici dell'Hannover Medical School in Germania hanno collegato un caso di ematoma subdurale cronico a un eccesso di 'headbanging', lo scuotere la testa a ritmo di heavy metal

Fan dell'heavy metal mentre fanno 'headbanging' (Infophoto)
Fan dell'heavy metal mentre fanno 'headbanging' (Infophoto)

L'ultima consacrazione dei Motörhead come una delle più grandi band hard-rock viventi arriva, strano ma vero, dalla scienza. A confermare la reputazione 'hardcore' del gruppo, infatti, sono i medici dell'Hannover Medical School in Germania, testimoni di un caso di ematoma subdurale cronico provocato da un eccesso di 'headbanging' - lo scuotere la testa al ritmo di heavy metal - che si sarebbe verificato durante un concerto della band britannica. Protagonista della storia, pubblicata su 'Lancet', un cinquantenne tedesco. Afflitto da un costante mal di testa da circa due settimane, l'uomo si era presentato nel gennaio 2013 presso il Dipartimento di neurochirurgia dell'Hannover Medical School, lamentando un dolore lancinante e persistente al capo, senza riferire alcun trauma che potesse giustificare un malore di tale entità. Unico indizio per i dottori, la partecipazione a colpi di 'headbanging' al concerto dei Motörhead 4 settimane prima. A rivelare il danno, una Tac effettuata alla testa: il cinquantenne, a causa delle troppe 'testate', si sarebbe provocato un ematoma subdurale cronico nella parte destra del cervello. Una volta rimosso chirurgicamente e drenato l'ematoma, l'uomo è guarito due mesi più tardi.

"Anche se esistono solo pochi casi documentati di ematomi subdurali - ha spiegato il dottor Ariyan Pirayesh Islamian del Dipartimento di neurochirurgia dell'Hannover Medical School - questo risulta particolarmente interessante per via dei sintomi, che nei danni cerebrali di questo tipo di solito sono clinicamente silenti o causano solo un leggero mal di testa, in grado di risolversi spontaneamente". Del resto, i danni da 'headbanging' sono già noti alla medicina. Considerata dai più come innocua, la pratica ha lasciato, nel corso degli anni, strascichi dolorosi nei metallari di tutto il mondo: dalla dissezione dell'arteria della carotide al colpo di frusta, passando per l'enfisema mediastinale, fino alle fratture del collo e dei denti. "Questo caso - ha commentato il dottor Islamian - servirà come ulteriore evidenza in supporto dei Motörhead e della loro reputazione come una delle più grandi band hard-rock viventi al mondo, non fosse altro che per la velocità della loro musica, contagiosa a tal punto da rendere i fan pronti anche a potenziali rischi da 'headbanging'".

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