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Concordia, Gabrielli: "La partenza potrebbe slittare a martedì"

17 luglio 2014 | 15.21
LETTURA: 4 minuti

Il ritardo nelle operazioni di rigalleggiamento e trasferimento del relitto provocato dalle condizioni meteo avverse. Il ministro Galletti risponde alla collega francese Segolene Royal in merito ai danni che il trasferimento potrebbe causare alle coste francesi e in particolare a quelle della Corsica: "Non accetto richiami da nessuno". Le prime immagini girate all'interno del relitto (Video). Il rigalleggiamento in 3D

Concordia, Gabrielli:

"Per le condizioni meteo la partenza della Concordia potrebbe slittare a martedì". Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in merito alle operazioni di rigalleggiamento e trasferimento della Costa Concordia dall'Isola del Giglio.

"Non accetto che qualcuno possa richiamarmi ai doveri di controllare il nostro mare". Così il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, risponde intanto alla collega francese Segolene Royal in merito ai danni che il trasferimento della Concordia dal Giglio a Genova potrebbero causare alle coste francesi e in particolare a quelle della Corsica.

A margine della foto ufficiale durante i lavori della riunione informale dei ministri europei dell'Ambiente e del Lavoro, foto alla quale era presente la stessa Royal che ha ottenuto dal ministro dell'Ambiente italiano i "documenti contenenti le misure di precauzione attuate relativamente allo spostamento della Costa Concordia", Galletti ha osservato che i francesi "non possono essere più preoccupati di quanto lo siamo stati noi in questi mesi". "Abbiamo fatto studi e ricerche, abbiamo dato prescrizioni molto restrittive alla Carnival, responsabile del trasferimento della Concordia, e quindi -ha aggiunto- io non accetto che qualcuno possa richiamarmi ai doveri di controllare il nostro mare. E' questa la nostra prima preoccupazione -ha proseguito- e le prescrizioni ci sono, saranno osservate nel trasporto e noi siamo al Giglio da giorni proprio per controllare che questi prescrizioni siano osservate".

Alla domanda se quindi le richieste francesi non fossero inopportune "non tocca a me dirlo", ha risposto Galletti che in un tweet aveva scritto: "Sulla Concordia siamo e saremo controllori rigorosi. Nessuno più di noi ha a cuore il nostro mare". "Se però hanno bisogno di informazioni ce le possono chiedere in qualsiasi momento - ha sottolineato il ministro - Noi abbiamo reso questa operazione trasparente sin dall'inizio e continueremo così. Se qualcuno ha delle richieste da fare gli risponderemo prontamente", ha concluso il ministro spiegando che l'operazione in ogni caso "non si concluderà con l'arrivo a Genova della nave ma quando i fondali del Giglio saranno restituiti ai gigliesi e agli italiani come erano prima".

In ogni caso una volta che la Costa Concordia se ne andrà via dall'isola subito inizieranno le operazioni di ripristino del fondo e dell'ambiente marino. Tutto dovrà tornare come era prima del naufragio ed avverrà senza soluzione di continuità, come era stato prescritto dalla conferenza di servizi del 15 maggio 2012. O meglio prima si darà corso a una serie di operazioni preliminari e poi, presumibilmente a ottobre, partirà il piano di ripristino vero e proprio, che durerà due anni e per cui Costa Crociere dovrà affidare un incarico a un'impresa o a un consorzio di imprese. "Costa dovrebbe presentare il piano entro agosto", dice Maria Sargentini, dirigente della Regione e presidente dell'Osservatorio. Il piano dovrà essere valutato dall'autorità competenti. "Intanto le operazioni preliminari sono già state previste ed autorizzate" prosegue Sargentini. Come già si sa che il monitoraggio delle acque e dell'ambiente del Giglio andrà avanti per cinque anni, ben oltre le operazioni di ripristino.

Appena la nave se ne sarà andata via, sarà subito effettuata una nuova mappatura dei fondali che sarà condotta da esperti dell'Università 'La Sapienza', gli stessi che lo stanno facendo dall'estate di due anni fa. Saranno rimossi tutti i possibili residui di cantiere e di lavorazione presenti sul fondo del mare, smantellate le undici torri del cantiere ed effettuate le prime prove per togliere i 1370 sacchi di malta cementizia che sono serviti, dopo il raddrizzamento dello scorso settembre, a creare quel 'materasso' su cui è stata adagiata la chiglia e la pancia della nave.

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