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Nuova tragedia al largo di Lampedusa, rinvenuto barcone con 19 cadaveri nella stiva

19 luglio 2014 | 11.29
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La morte forse per intossicazione da fumo, dovuta alle esalazioni del motore. Il natante era partito dalla Libia con centinaia di migranti a bordo. Due persone sono ricoverate in gravi condizioni in ospedali di Palermo. Il 29 giugno analoga tragedia. Renzi sull'immigrazione: "Intervenire nei Paesi di provenienza"

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Ancora una tragedia al largo di Lampedusa. Un barcone, partito dalla Libia con centinaia di migranti a bordo, è stato soccorso a circa 80 miglia dall'isola e nella stiva sono stati trovati diciotto migranti morti asfissiati probabilmente per le esalazioni prodotte dal motore. I cadaveri sono stati recuperati da un pattugliatore maltese e portati verso Malta.

Nella stiva c'erano anche tre persone in fin di vita subito trasferite dalle motovedette della Capitaneria di porto a Lampedusa, ma uno di loro è arrivato già morto. Gli altri due migranti sono stati ricoverati nelle unità operative di Rianimazione dell'Azienda Ospedaliera Civico. Uno è arrivato con un elicottero del 118, e andrà in seconda rianimazione. L'altro migrante si trova al Policlinico di Palermo, dove è sottoposto a un trattamento di camera iperbarica, mentre in seguito sarà trasferito nell'unità operativa di Prima Rianimazione dell'Ospedale Civico. Entrambi sono in gravi condizioni per un avvelenamento da monossido di carbonio. Oltre 400 persone sono state trasbordate e messe in salvo.

La Guardia Costiera italiana ha poi ricostruito in una nota l'accaduto, spiegando che sono state le autorità maltesi a chiedere la loro collaborazione, durante le fasi di soccorso di quello che poi si sarebbe rivelato l'ennesimo 'barcone della morte'. L'imbarcazione, in legno e lunga circa 25 metri, era stata avvistata in un tratto di mare al confine tra la Libia e Malta da un mercantile danese, che dopo aver raggiunto l'unità ha proceduto al recupero degli occupanti.

Su richiesta di Malta, che nel frattempo aveva assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso, la Guardia costiera italiana ha inviato sul posto due motovedette classe 300, partite da Lampedusa con a bordo personale medico del Cisom (Corpo italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta). Allo stesso tempo la centrale operativa di Roma ha dirottato sul punto altri due mercantili che navigavano nelle vicinanze. Giunte sul posto, le motovedette della Guardia Costiera, hanno fornito aiuto e assistenza durante le operazioni di trasbordo dei migranti sulla nave danese.

Fermati due scafisti - La polizia di Ragusa ha fermato un secondo scafista, sempre tunisino, a poche ore dal primo fermo di un connazionale 27enne. Sono entrambi accusati di introduzione illegale di immigrazione clandestina. Il secondo tunisino fermato è stato incastrato da un video da lui stesso realizzato durante la traversata con i 229 immigrati, sbarcati poi a Pozzallo nel ragusano. "Ho girato il filmato per ricordo - ha ammesso- volevo tenere con me queste immagini perché sapevo che avrei rischiato sia di morire che la galera una volta giunto in Italia". Secondo quanto è emerso i migranti pagavano per il viaggio della speranza un 'biglietto' di 1.500 dollari per cui l'organizzazione avrebbe avuto un guadagno totale di 375.000 dollari. "Sapevo che in Libia cercavano scafisti - ha aggiunto il 27enne agli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa -. Sono andato lì e mi sono arruolato con loro per guadagnare soldi. Faccio il pescatore ma quello che prendo in un solo viaggio per portare persone è lo stesso che guadagno in due anni col mio lavoro".

In 48 ore soccorsi in quasi 4000 da navi Mare Nostrum - Sono oltre 80mila i migranti soccorsi dalle navi del dispositivo della Marina Militare, Mare Nostrum, da ottobre scorso, inizio della missione nata per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all'eccezionale afflusso di migranti. Solo negli ultimi due giorni sono 3.510 le persone aiutate su barconi in difficoltà.

Renzi: "Intervenire nei Paesi di provenienza"- "I problemi non si risolvono con gli spot dei politici in cerca di voti. Se vogliamo davvero risolvere la questione dell'immigrazione, dobbiamo intervenire nei Paesi da cui l'immigrazione parte e dare occasioni di sviluppo, di benessere, di pace e di libertà. Serve ciò che stiamo facendo in Mozambico, non slogan o spot di qualche ideologo con la camicia colorata". A dirlo il presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita in Mozambico, in un incontro con la collettività italiana, trasmesso da Rainews 24. "Ancora oggi il dramma dell'immigrazione ha prodotto diciotto morti nel mar Mediterraneo. Un uomo o una donna che rischia la vita per la propria fede o perché in guerra - conclude il premier- non si preoccupa delle frasi spot di qualche politico al tg della sera".

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