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Bologna: sfruttamento prostituzione, tre arresti e 2 due centri massaggi sequestrati

31 luglio 2014 | 16.51
LETTURA: 3 minuti

Coinvolte due coppie di coniugi, incensurate. Uno degli uomini non è stato ancora rintracciato (video)

Bologna: sfruttamento prostituzione, tre arresti e 2 due centri massaggi sequestrati

Questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna hanno eseguito delle misure cautelari coercitive agli arresti domiciliari nei confronti di tre cinesi residenti a Bologna, due coniugi 42enni, L.D., e F.M. e una 32enne, C.L., coniugata con un altro cinese 42enne, W.X. destinatario di analoga misura restrittiva ma non ancora individuato. I quattro sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. (video)

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Bologna Letizio Magliaro, su richiesta di Massimiliano Rossi, pm presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bologna.

L'indagine, denominata ''Fior di Loto'', ha inizio due anni fa, quando i carabinieri sono venuti a conoscenza che in alcuni centri benessere del capoluogo emiliano vi erano delle massaggiatrici cinesi disposte a prostituirsi. In breve tempo, lo spunto investigativo ha portato gli inquirenti ad identificare un centro benessere in via Emilia Levante e gestito da L.D..

Dopo aver accertato che nel centro indicato venivano svolte anche attività di natura sessuale da parte delle donne che vi lavoravano come massaggiatrici, l'attività investigativa ha consentito di individuare un altro esercizio commerciale coinvolto nell'attività delittuosa e gestito da C.L..

Di fatto, i due centri sono riconducibili ad un unico capo, W.X. che per la gestione del secondo centro benessere si avvale della stretta collaborazione della moglie C.L. che oltre ad essere stata definita la centralinista del centro (per via della sua padronanza della lingua italiana), svolge anche mansioni di coordinamento della manovalanza delle massaggiatrici da un centro all'altro. La gestione del primo centro benessere, invece, viene affidata a L.D. che con l'aiuto della moglie F.M., si occupa anche dell'indottrinamento e del controllo delle giovani donne, operanti apparentemente come semplici massaggiatrici.

La suddivisione dei compiti, che prevedeva l'apertura degli esercizi commerciali, la gestione delle attività delle ragazze, il prelievo dei compensi da parte delle medesime, l'amministrazione delle somme di denaro ricevute, risulta strutturata all'interno di un disegno criminoso che conferma un impianto di stabile collaborazione tra gli indagati, tutti incensurati e provenienti da Fujian, una provincia situata a Sud-Est lungo la costa della Cina.

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