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Peperoncino amico dell'intestino, il suo principio attivo riduce il rischio di tumori

02 agosto 2014 | 08.45
LETTURA: 2 minuti

I risultati di uno studio dei ricercatori della University of California San Diego School of Medicine pubblicati sul 'Journal of Clinical Investigation'

(Xinhua)
(Xinhua)

I ricercatori della University of California San Diego School of Medicine hanno scoperto che la capsaicina - l'ingrediente attivo del peperoncino - è in grado di attivare un recettore presente sulle cellule che rivestono l'intestino, innescando una reazione che riduce il rischio di tumori del colon-retto. I risultati sono pubblicati sul 'Journal of Clinical Investigation'.

Il recettore o canale ionico, chiamato Trpv1, è stato originariamente scoperto nei neuroni sensoriali, dove agisce come una sentinella per il calore, l'acidità e le sostanze chimiche piccanti presenti nell'ambiente. Il team ha messo in evidenza che Trpv1 viene espresso anche dalle cellule epiteliali dell'intestino, dove viene attivato dal fattore di crescita epidermico Egfr. "È necessario un livello base di attività dell'Egfr per mantenere il normale turnover cellulare dell'intestino", evidenzia Petrus de Jong, primo autore dello studio. "Tuttavia - spiega - se la segnalazione di Egfr è 'senza freni', c'è un aumento del rischio di cancro".

Utilizzando un modello animale, gli scienziati hanno scoperto che Trpv1, una volta attivato da Egfr, tiene sotto controllo eventuali indesiderati fenomeni di crescita tumorale nell'intestino. I ricercatori hanno infine alimentato topi geneticamente incline allo sviluppo di tumori multipli nel tratto gastrointestinale con capsaicina e il trattamento ha determinato un carico tumorale ridotto durante tutta la vita dei topi di oltre il 30%.

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