Progettato e realizzato da un gruppo di studenti, con la collaborazione di alcune aziende partner, si è aggiudicato l'Engineering Award e il primo posto in classifica generale allo Student Challenge Europeo per veicoli a propulsione umana
Un mezzo a pedali con possibile assistenza elettrica, 3 ruote in configurazione tadpole, ovvero 2 all'anteriore, seduta reclinata e una carenatura in materiale composito che svolge una triplice funzione: protezione in caso di urto, riparo dalle intemperie e miglioramento dell'efficienza aerodinamica.
È S-Trike, il prototipo di velomobile progettato e realizzato da un gruppo di studenti del Politecnico di Torino (Team Policumbent) con la collaborazione di alcune aziende partner, che si è aggiudicato l'Engineering Award assegnato dalla giuria tecnica e il primo posto in classifica generale determinato dai piazzamenti nelle gare e nelle altre valutazioni tecniche allo Student Challenge Europeo per veicoli a propulsione umana che si è svolto in Francia dall'8 al 10 agosto.
Una categoria di veicolo ancora poco conosciuta al grande pubblico: non si tratta di un'alternativa alla bici tradizionale, ma di un mezzo efficace per la mobilità in un raggio tra i 10 e 30 km, specialmente in contesto extra-urbano. Nel caso specifico di S-Trike gli studenti hanno optato per una soluzione con telaio e carena separabili, così da poter rinunciare a quest'ultima nei mesi più caldi, ed hanno impostato il progetto focalizzandosi più sulla mobilità quotidiana che non sulle prestazioni in ottica sportiva.
Il prototipo, è un punto di partenza per verificare il progetto e per identificarne limiti e possibili miglioramenti, anche nell'ipotesi di una futura immissione sul mercato. Per questo da settembre i lavori riprenderanno a pieno ritmo sia per completare e migliorare il prototipo attuale (impianto luci, assistenza elettrica, cupolino e portellone superiore), sia per impostarne una seconda versione a partire dalle tante idee emerse on the road, su tutti un sistema più semplice e immediato di aggiunta/rimozione della carena che permetta di trasformarlo in un vero e proprio veicolo modulare.