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Vestite da pollo in giro per l'Europa, è la campagna contro gli allevamenti intensivi

29 agosto 2014 | 13.31
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(foto dal sito ciwf.it)
(foto dal sito ciwf.it)

Una bella cresta rossa, becco giallo e tante piume bianche. E' questa la divisa scelta da tre ragazze inglesi che stanno facendo il giro d'Europa vestite da pollo, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle terribili condizioni di vita dei polli da carne e raccogliere sostegno sui social media alla loro richiesta.

Il tour di 'Rosa' (questo il nome scelto per i tre 'polli' 'militanti animalisti), è partito da Londra il 1 agosto,e toccando 21 paesi della UE, durerà 39 giorni, quanto la durata di vita media di un pollo da carne allevato intensivamente. 39Days4Rosa fa parte della campagna Questione di Etichetta – un progetto nato dalla partnership fra CIWF (Compassion in World Farming), RSPCA, Soil Association e World Animal Protection. Questione di Etichetta è fortemente sostenuta da Eurogroup for Animals.

La protesta delle tre ragazze (una allevatrice di polli all'aperto, una studentessa di scienze zootecniche e un'attivista della protezione animale), ieri è arrivata a Rimini, la sua tappa italiana, presso il bagno 81 (Rimini Dog No problem). Ad accoglierla, CIWF Italia (associazione che promuove pratiche di allevamento rispettose del benessere degli animali, dell'ambiente e delle persone) e tre deputati della Commissione Agricoltura del Movimento 5 Stelle: Chiara Gagnarli, Silvia Benedetti e Filippo Gallinella.

"L’Italia produce quasi mezzo miliardo di polli da carne ogni anno, la maggior parte dei quali allevati intensivamente. Gravi problemi cardiaci, zoppie, ulcere alle zampe e tassi di crescita anomali sono solo alcuni dei problemi di salute di cui soffrono questi animali, a cui manca lo stesso spazio per vivere. Infatti, passano tutta la loro brevissima vita in capannoni spogli e bui, ammassati a densità che arrivano fino a 23 polli per metro quadro", fa sapere una nota di CIWF Italia.

La Commissione Europea tratterà il tema dell'etichettatura del pollame proprio quest'estate. "L'intento di “Rosa” -aggiunge la nota- è far sì che la Commissione approvi l’etichettatura obbligatoria secondo il metodo di allevamento per tutta la carne di pollame- un atto di onestà, che consentirebbe a quei consumatori desiderosi di acquistare prodotti più rispettosi del benessere animale di farlo e peraltro attuabile con una sola, semplice modifica dei regolamenti attuali".

Durante la conferenza stampa, Tamsin French, una delle volontarie che rivestono i panni di Rosa (allevatrice di polli all’aperto), ha detto: “L'etichettatura secondo il metodo di produzione è stata già introdotta per le uova e ha avuto un'incidenza enorme sull’aumento dell'allevamento NON in gabbia delle galline ovaiole 3. Se il metodo di produzione è indicato in etichetta, produttori come me hanno l’opportunità di differenziarsi e i consumatori di dare la preferenza a polli provenienti da sistemi più rispettosi del loro benessere. Per questo dico: prima ci sono state le uova, ora tocca ai polli!“.(segue)

Per Chiara Gagnarli, deputata del M5S: "La stragrande maggioranza dei polli allevati ogni anno in Italia vengono fatti crescere in allevamenti intensivi, in edifici chiusi, sovraffollati e privi di ogni stimolo". "Per questo abbiamo deciso di aderire all'iniziativa della CIWF Italia, ma ci siamo mossi anche attraverso iniziative parlamentari, per richiedere l'etichettatura obbligatoria secondo il metodo di allevamento".

Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, ha detto: “L’etichettatura secondo il metodo di allevamento rappresenta non solo un dovere verso gli animali ma anche un diritto per i consumatori. Senza chiare informazioni su come hanno vissuto gli animali essi vengono confusi da diciture tanto attraenti quanto fuorvianti presenti sulle confezioni. Nel caso della carne di pollo, pensiamo a cose tipo “naturale”, “di fattoria”, e persino “allevati a terra”. Che senso ha dire “allevati a terra?”.

"Tutti i polli sono allevati fuori dalle gabbie ma a densità così alte che manca loro lo spazio per muoversi. Non vi è dunque alcuna differenza con una gabbia. Per evitare tutti questi “fraintendimenti”, o, per meglio dire, tattiche di marketing, l’introduzione dell’etichettatura secondo il metodo di produzione (intensivo, estensivo, all’aperto) è il miglior mezzo". I 39 giorni del tour di Rosa possono essere seguiti su Twitter (@39Days4Rosa, #39Days4Rosa), Facebook https://www.facebook.com/39Days4Rosa e YouTube (39Days4Rosa).

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