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Rifiuti: don Patriciello, in Terra dei Fuochi leucemia uccide come l'ebola

20 settembre 2014 | 10.35
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Il parroco di Caivano: ''La classe politica ma anche i medici devono uscire dai loro castelli dorati: per la povera gente non c'è più posto neanche in ospedale: Gli oncologi ammettono che questa terra è avvelenata, ma lo fanno solo parlando in privato. I pentiti li abbiamo solo tra i camorristi''.

(Infophoto)
(Infophoto)

''Nella Terra dei Fuochi la leucemia uccide come la peste. E' come l'ebola, e chi nega questo dato è in malafede..''. Lo dice all'Adnkronos don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, in provincia di Napoli, tra i simboli della lotta dei comitati contro i roghi tossici nella Terra dei Fuochi. Proprio ieri, per leucemia, è morto il fratello del sacerdote, Giovanni Patriciello. Se ne è andato nel giorno di San Gennaro. ''Ho un dolore profondo -spiega don Maurizio- ma non è solo un sentimento privato, è il dolore di tutta una terra che si sta spegnendo''.

''La classe politica ma anche i medici devono uscire dai loro castelli dorati: per la povera gente non c'è più posto neanche in ospedale- è la denuncia del prete anticamorra- la cosa triste è che gli oncologi ammettono che questa terra è avvelenata, ma lo fanno solo parlando in privato''.

''I pentiti li abbiamo solo tra i camorristi -rimarca don Patriciello- non ce ne sono ancora tra i politici e gli industriali disonesti. Ma questa è la nostra terra, non si può fuggire. Dobbiamo lottare tutti insieme, ma c'è bisogno di una volontà politica per bonificare la Terra dei Fuochi, o sarà tutto inutile. Forse noi siamo già condannati -conclude il prete di frontiera- dobbiamo salvare le generazioni future''.

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