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Sinodo, Galantino: "Non ci sarà scontro, camminiamo insieme"

05 ottobre 2014 | 17.18
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Il vescovo di Cassano allo Ionio e segretario generale della Cei: "Servono politiche per aiutare la famiglia, e un piano casa da realizzare con il contributo di tutti". Ed esorta banche e banchieri: "Non possono rimanere a difendere il loro fortino. Serve più solidarietà e sussidiarietà"

Sinodo, Galantino:

"Il Sinodo è un camminare insieme. Sotto la guida del Papa e con l'aiuto dello Spirito di Dio. Le soluzioni certamente verranno da quello stile che ieri sera, in piazza San Pietro, Francesco ha descritto in maniera chiara: uno stile di ascolto e condivisione, ma anche la capacità di confrontare ragionevolmente, alla luce della fede, alcune posizioni''. Lo dice all'Adnkronos monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e segretario generale della Cei.

''Non ci sarà alcuno scontro -assicura- il teorema dello scontro sta solo nella testa di qualcuno dei media. Nessuno entrerà nel Sinodo per fare battaglia, sono logiche che non appartengono alla Chiesa. Noi camminiamo insieme, e insieme pensiamo la fede''.

Per il segretario della Conferenza episcopale italiana ''servono politiche che mettano veramente al centro la famiglia. Uno dei temi che si sta trascurando in questi ultimi tempi è quello della casa -avverte Galantino- molti giovani non riescono a mettere su famiglia perché non hanno casa. E molte famiglie non riescono a dare spazi di vivibilità ai propri figli. Accanto a tutto ciò che è stato detto, e che il Santo Padre ha indicato, deve essere fatta anche una politica della casa. Più attenta, e da parte di tutti''.

In questo percorso, sottolinea mons. Galantino, ''anche la Chiesa può dare un proprio contributo. Non si possono solo invocare interventi del governo: anche noi, come Chiesa -se abbiamo progetti- dobbiamo metterci in gioco. Alla luce di ciò che la dottrina sociale della Chiesa ci suggerisce, perché ci sono indicazioni precise che devono diventare realtà''.

''Molte persone -fa notare il vescovo di Cassano allo Ionio- non possono permettersi di pagare i mutui, perché non lavorano. Servono iniziative coraggiose e profetiche: questo significa anche stimolare chi oggi è in grado di fare dei prestiti ragionevoli ad uscire da interessi di corto respiro per guardare di più ai bisogni della società. Non dico che le banche devono fare i banchi di mutuo soccorso, ma nemmeno possono ignorare il fatto che sono inserite in una società''.

''E in un momento di difficoltà e sofferenza della società -rimarca il segretario della Cei- le banche e i banchieri non possono rimanere a difendere il loro fortino. Serve più solidarietà e sussidiarietà. Sono parole -conclude Galantino- che non fanno male al mondo dell'economia''.

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