E' quanto emerge dal rapporto dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Il 5,1% ha riguardato l’accesso alla casa. Episodi di razzismo (55, di cui 14 in campo) anche nel calcio
I casi di discriminazione nei confronti degli immigrati sono stati 1.142 nel 2013, il 68,7% dei quali su base etnico-razziale. E' quanto emerge dal rapporto dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), presentato oggi a Roma. "Accomunati da un’incidenza di poco superiore al 7% sono le discriminazioni segnalate nell’accesso al lavoro e - prosegue l'Unar - ai servizi pubblici, mentre il 5,1% ha riguardato l’accesso alla casa".
Un problema, quest'ultimo, che diventa di difficile risoluzione anche per la contrazione del mercato: "Le 40mila compravendite effettuate da stranieri nel 2013 sono - specifica il rapporto - meno della metà rispetto a quelle degli anni antecedenti alla crisi, 135mila nel 2007".
Il rapporto Unar non fa sconti nemmeno al mondo dello sport, in particolare al pallone. Sono stati 118 i casi di razzismo nel campionato professionistico individuati nella scorsa stagione calcistica dall'Osservatorio su Razzismo e Antirazzismo nel calcio. Si sono verificati "anche 55 episodi di razzismo (di cui 14 in campo) nel calcio dilettantistico, che coinvolge un numero maggiore di giocatori stranieri o di origine straniera".
Crescono anche le denunce degli immigrati nei confronti degli italiani: "Da 467.345 nel 2004 a 642.992 nel 2012 (+37,6%)", mentre "quelle contro stranieri" passano "da 224.515 a 290.902 (+29,6%)". A proposito di queste cifre va rilevato che, pur essendo quasi raddoppiati i residenti provenienti dall'estero (da 2.210.478 a 4.387.721), la loro incidenza sul totale delle denunce è diminuita.