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Mafia: Conso, trattativa? Non c'è stata, mai saputo nulla

06 novembre 2014 | 16.30
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L'ex Guardasigilli all'Adnkronos: non prorogai 41bis ma mafiosi più pericolosi non ottennero alcun beneficio

Giovanni Conso
Giovanni Conso

''Le mie condizioni di salute non mi consentono spostamenti. La convocazione è arrivata ma non potrò partecipare all'udienza, come attesta la certificazione medica''. Lo dice all'Adnkronos l'ex ministro della Giustizia, Giovanni Conso, chiamato a deporre lunedì prossimo davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta, in trasferta a Roma, nell'ambito del processo Borsellino-quater. E sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia Conso taglia corto: "Non c'è stata alcuna trattativa. Per quanto mi riguarda, mai saputo nulla''. Nel quarto processo sulla strage di via D'Amelio, i giudici vogliono ascoltarlo insieme all'ex Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, sulla revoca del carcere duro per oltre 300 mafiosi, decisa tra maggio e novembre del 1993. Sullo sfondo la 'trattativa' a cui si oppose Paolo Borsellino, il giudice in prima linea contro Cosa Nostra.

Conso, 92 anni, si dice ''affaticato per questa vicenda'' e rimarca: ''Fu mia la decisione di non prorogare il 41 bis in scadenza ai mafiosi quando ero Guardasigilli, come la legge mi dava facoltà. Ma va detto una volta per tutte che i mafiosi più pericolosi non ottennero alcun beneficio: i boss hanno continuato a scontare la loro pena in regime di carcere duro, mentre gli altri, giudicati meno pericolosi, hanno continuato a scontare il residuo di pena in carcere normale''. L'ex Guardasigilli è categorico: ''Non c'è stata alcuna trattativa Stato-mafia. Per quanto mi riguarda, mai saputo nulla''.

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