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Papa: "L'emergenza sociale sia la priorità per tutte le istituzioni, a tutti i livelli"

16 novembre 2014 | 12.39
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E' quanto chiede Francesco, in un appello al termine dell'Angelus in piazza San Pietro riferendosi alle "tensioni piuttosto forti tra residenti e immigrati" che sono state "in questi giorni a Roma": "Se non affrontata al più presto e in modo adeguato, rischia di degenerare". E invita a "non cedere alla tentazione dello scontro e respingere ogni violenza"

Papa Francesco (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Francesco (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"L'emergenza sociale sia la priorità per tutte le istituzioni, a tutti i livelli". E' quanto chiede Papa Francesco, in un appello al termine dell'Angelus in piazza San Pietro. "In questi giorni a Roma ci sono state tensioni piuttosto forti tra residenti e immigrati - ricorda - Sono fatti che accadono in diverse città europee, specialmente in quartieri periferici segnati da altri disagi". Il Pontefice invita quindi "le istituzioni, di tutti i livelli, ad assumere come priorità quella che ormai costituisce un'emergenza sociale e che, se non affrontata al più presto e in modo adeguato, rischia di degenerare sempre di più".

Papa Francesco lancia poi un appello: "Non cedere alla tentazione dello scontro e respingere ogni violenza". "La comunità cristiana si impegna in modo concreto perché non ci sia scontro, ma incontro - ricorda - Cittadini e immigrati, con i rappresentanti delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L'importante - sottolinea - è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza". E afferma dunque: "E' possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica ed inclusiva".

Durante l'Angelus, il Pontefice - spiegando la 'parabola dei talenti' contenuta del Vangelo odierno - ha detto: "Non ci sono situazioni o luoghi preclusi alla presenza e alla testimonianza cristiana". "Mentre nell'uso comune il termine 'talento' indica una spiccata qualità individuale, ad esempio nella musica o nello sport - ha osservato - nella parabola i talenti rappresentano i beni del Signore, che Lui ci affida perché li facciamo fruttare: Gesù non ci chiede di conservare la sua grazia in cassaforte, ma vuole che la usiamo a vantaggio degli altri".

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