L'associazione animalista Aidaa: "In dieci anni, in Italia, ucciso mezzo milione di felini". E ai politici: "Adottino un gattino nero, può aiutarci contro la sfortuna"
Una giornata per dire basta a tutte le superstizioni e fermare la "strage di gatti neri che si consuma nel nostro Paese". Per questo, l'Aidaa, Associazione italiana difesa animali e ambiente, da ormai dieci anni, ha proclamato il 17 novembre come "gatto nero day", per sensibilizzare l'opinione pubblica e combattere ogni superstizione legata a questi animali, uccisi, denuncia l'associazione, per il loro valore simbolico e non solo.
Dei 500mila gatti neri uccisi da gennaio 2005 a ottobre 2014, spiega sul suo blog l'Aidaa, "oltre 300mila sono stati massacrati per la realizzazione di pellicce, colli di pelliccia ed interni di guanti e giubbotti (vietati dalla legge ma ancora largamente diffusi), mentre circa 40mila sono stati impiegati nella celebrazione di riti esoterici". Ma non solo: oltre ad un certo numero di gatti uccisi per semplice scaramanzia, continua l'associazione animalista, "almeno 15mila sono stati mangiati".
La strage, spiega Lorenzo Croce, presidente dell'Aidaa e promotore del gatto nero day, "trae origini dal Medioevo e si è trasformata, oltre che in superstizione, anche in un business, come nel caso dei gatti allevati ed uccisi per acconciare il loro pelo". La situazione, tuttavia, anche grazie al nostro piccolo contributo - continua Croce - va migliorando: "negli ultimi dieci anni, si sono ridotte tantissimo le segnalazioni di riti con gatti neri come oggetto del sacrificio e stanno sempre più diminuendo le sparizioni". Ma non basta, conclude il presidente dell'Aidaa, bisogna fare ancora molto e, per questo, "rivolgo un invito ai politici che dichiarano di volere il bene dell'Italia: adottare un gattino nero del nostro rifugio di Brindisi, potrebbe essere un viatico importante per sconfiggere la sfortuna che avvolge l'Italia".
