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Violenza sulle donne, Fedeli: "La prevenzione parte dai programmi scolastici"

19 novembre 2014 | 18.13
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La vicepresidente del Senato: "Ci vogliono uno sguardo e una politica a 360 gradi". Serve lavorare su due terreni per un cambiamento culturale, essenziale per fronteggiare il fenomeno alla radice: "Investire sulla scuola e intervenire sugli operatori dei media"

Valeria Fedeli (Infophoto) - INFOPHOTO
Valeria Fedeli (Infophoto) - INFOPHOTO

"Nella lotta contro la violenza sulle donne è essenziale un intreccio forte tra istituzioni e società civile altrimenti non si raggiungono risultati". A dirlo all'AdnKronos è la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. Femminicidi (oggi in nuovi dati del rapporto Eures), molestie, soprusi, maltrattamenti, stalking nei confronti delle donne che ogni giorno fanno vittime. A che punto è lotta contro la violenza? "Passi avanti sono stati fatti, sia con la ratifica della Convenzione di Istanbul, sia con un primo decreto legge che è diventato legge lo scorso anno a tutela delle donne. Ma c'è ancora molto da fare", sottolinea Fedeli.

La vicepresidente del Senato, ex sindacalista, è convinta che bisogna lavorare su due terreni. Innanzitutto "sulla modifica e l'integrazione dei programmi scolastici, perché se non partiamo da una cultura differente tra ragazzi e ragazze, quindi puntando molto sull'investimento nella scuola - sottolinea -, non riusciamo a contrastare sin dalle radici la violenza contro le donne". Il secondo terreno di lotta è "l'intervento, l'autoregolazione e la formazione degli operatori dei media per una lotta agli stereotipi" che porti a un cambiamento, anch'esso, culturale.

"Stiamo lavorando - aggiunge Fedeli - ad una commissione bicamerale che ogni anno relazioni al Parlamento come e quando è stata applicata la Convenzione di Istanbul, raccogliendo così dati sul fenomeno della violenza contro le donne. E in modo tale da implementare il lavoro dell'Istat o di altre relazioni". La vicepresidente del Senato fa osservare che "contrastare la violenza di genere significa avere uno sguardo e una politica a 360 gradi". E' necessario, quindi, "sinergia tra i diversi ministeri, un coordinamento della sede intergovernativa per attuare politiche condivise, ciascuno secondo il suo pezzo di responsabilità". Come è necessario quel che ancora non c'è: "la creazione di uno specifico osservatorio presso la Presidenza del Consiglio".

Per l'ex sindacalista ci sono tre parole chiave per fronteggiare il fenomeno della violenza sulle donne: "prevenzione, tutele e contrasto, ovviamente inasprendo le pene". Ma su questo "c'è ancora molto lavoro da fare".

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