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Omicidio Loris: il gip, madre ha indole malvagia, può uccidere ancora

13 dicembre 2014 | 10.49
LETTURA: 4 minuti

La donna lo ha detto al suo legale, l'avvocato Francesco Villardita, che è andato nel carcere di Piazza Lanza a Catania per incontrare la giovane madre e per informarla delle motivazioni della convalida del fermo. Al momento non ci conosce la data delle esequie, perché la salma non è stata ancora riconsegnata alla famiglia

Veronica Panarello (Infophoto)
Veronica Panarello (Infophoto)

Veronica Panarello ha chiesto di potere partecipare ai funerali del figlio Loris Stival. La conferma arriva dal suo legale, l'avvocato Francesco Villardita, che è andato nel carcere di Piazza Lanza a Catania per incontrare la giovane madre per la quale il gip Claudio Maggioni ha convalidato il fermo con l'accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Al momento non si conosce la data in cui le esequie del bambino verranno celebrate, dato che la salma non è stata ancora riconsegnata alla famiglia.

Intanto, Veronica ha trascorso un'altra nel carcere catanese di Piazza Lanza. Il gip di Ragusa, proprio nell'ordinanza di convalida del fermo della donna accusata di avere ucciso il figlio di 8 anni, scrive che dai comportamenti della donna si desume come la donna abbia "un'indole violenta" e sia "incapace di controllare gli impulsi omicidi". Secondo il giudice, oltre al pericolo di fuga, c'è anche quello che possa "commettere gravi delitti della stessa specie per cui si procede". Tra l'altro, sempre secondo il gip, la donna ha "senz'altro mentito sulle fondamentali circostanze di avere accompagnato il figlio Loris a scuola".

Dall'ordinanza emerge come Veronica Panarello, la mattina del 29 novembre scorso, "non è andata verso la scuola di Loris, come si evince chiaramente dalle immagini". Su tale circostanza, per il giudice, la giovane madre avrebbe "ripetutamente mentito ostinandosi" a dire il falso perché il suo racconto sarebbe "incompatibile con quanto ripreso dalle telecamere". Secondo il giudice la ricostruzione della Procura, basata su indagini di Carabinieri e Polizia, "non è inficiata dalle dichiarazioni del vigile urbano" donna in servizio davanti la scuola Falcone-Borsellino.

L'agente della Polizia municipale ha precisato di "non potere dichiarare con assoluta certezza di avere visto transitare l'autovettura della Panarello proprio quella mattina piuttosto che nei giorni precedenti". E, per il Gip, vista "l'incompatibilità" tra le sue affermazioni e i "dati oggettivi delle immagini riprese dalle videocamere, non si possono ritenere attendibili le sue dichiarazioni".

Inoltre, poi, per il gip in base alla "valutazione degli elementi di prova si può affermare con ragionevole probabilità" che Veronica Panarello, il 29 novembre scorso, "non ha accompagnato il figlio Loris a scuola" e che "è passata dal luogo dove è stato trovato il corpo del piccolo per due volte, alle 8:33 e alle 9:25, rimanendo circa sei minuti in quella zona nella seconda occasione".

La Procura di Ragusa, attraverso il Procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota, precisa che l'esito degli esami istologici effettuati sul corpo del piccolo Loris "escludono qualsivoglia traccia anche labile, recente o risalente, di abuso sessuale". "La drammatica gravità dei fatti oggetto delle accuse mosse a Veronica Panarello impongono sobrietà e rispetto per i sentimenti di dolore e pietà che la vicenda suscita" sottolinea il procuratore di Ragusa in merito alla scelta di non incontrare i giornalisti ma di affidare le dichiarazioni del suo ufficio a un comunicato stampa.

Petralia e il sostituto Marco Rota esprimono infine "un grande apprezzamento agli investigatori impegnati nel caso, sebbene le indagini continuano incessanti al fine di acquisire tutti i possibile e ulteriori elementi di ricostruzione e valutazione della vicenda". I magistrati hanno espresso "grande apprezzamento all'Arma dei Carabinieri e alla polizia di Ragusa per l'attività svolta con l'insostituibile collaborazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di Roma e del Servizio centrale operativo della polizia di Roma e il supporto del gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo e di Catania che hanno consentito di pervenire in brevissimo tempo, a un risultato investigativo la cui validità è stata confermata in prima sede giurisdizionale".

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