Il segretario generale della Cei: ''A fronte di quello che riceve dai cittadini, la Chiesa restituisce in servizio almeno dieci volte tanto. Mi auguro che il Natale faccia capire questo e non diventi un'altra fiera del buonismo''
''Il mio augurio in questo momento all'Italia e agli italiani è che possiamo essere guidati, governati ed accompagnati da gente che capisca e ci faccia capire che il welfare non è una spesa ma un investimento. Se capiremo questo, innanzitutto cominceremo a non considerare il welfare come il luogo dal quale andare a prendere con facilità risorse per destinarle ad altro''. Lo dice all'Adnkronos monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e segretario generale della Cei.
''E finalmente -rimarca il vescovo- capiremo anche e valorizzeremo tutto il lavoro che la Chiesa sta facendo in questo momento grazie ai contributi dell'8 per mille. Perché è bene si capisca che a fronte di quello che la Chiesa riceve dai cittadini, restituisce in servizio almeno dieci volte tanto''. Galantino formula questo auspicio per Natale: ''Che ci sia gente, anche tra i politici, tra i giornalisti e gli opinionisti che facciano capire questo dato fondamentale: che il welfare non è una spesa ma un investimento anche economico''.
''Bisogna cominciare a guardare con un occhio più attento e meno sospettoso -è l'analisi del segretario della Cei- chi, come le realtà periferiche della Chiesa, in questo momento storico sta facendo da ammortizzatore sociale potente. Mi auguro che il Natale faccia capire questo, che non diventi un'altra fiera del buonismo ma si cominci a riflettere su queste cose'', conclude Galantino.