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Spazio: nuovi test di Samantha su cervello in microgravità

07 gennaio 2015 | 17.01
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L'Asi e il Politecnico di Milano annunciano che l'astronauta italiana ha concluso con successo la seconda sessione dello studio 'Blind and Imagined /Slink' per vedere come cambia in orbita l’organizzazione mentale delle gambe, delle braccia e del tronco

Samantha durante una prova in  microgravità  - (Foto Esa)
Samantha durante una prova in microgravità - (Foto Esa)

Continuano gli esperimenti scientifici sulla Iss di Samantha Cristoforetti che sta realizzando la missione Futura, la seconda di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana. L'astronauta italiana dell'Esa, capitano dell'Aeronautica militare italiana, ha infatti "svolto con successo la seconda sessione di esperimenti 'Blind and Imagined /Slink'. Ad annunciarlo sono l'Agenzia Spaziale Italiana e il Politecnico di Milano che collabora al progetto, finanziato dall’Asi, con l'Irccs Fondazione Santa Lucia. Il progetto prevede due esperimenti congiunti che hanno l'obiettivo di studiare i cambiamenti nei movimenti dell’astronauta in assenza di gravità ed il processo di adattamento del controllo motorio e della modellazione della gravità nel cervello dell’astronauta.

Il primo protocollo sperimentale Move SB, proposto dal gruppo del laboratorio di Neuroingegneria e Robotica Medica del Politecnico di Milano, guidato dalla professoressa Alessandra Pedrocchi, prevedeva che Samantha Cristoforetti da una postura eretta, con i piedi fissati al pavimento, raggiungesse due punti sulla parete di fronte a lei con gli indici. "Sulla Terra, per compiere questo movimento, -spiega l'ateneo meneghino- è necessaria l’integrazione del controllo del movimento di puntamento con il controllo dell’equilibrio". In volo, invece, l’astronauta non ha più il problema di mantenere l’equilibrio e quindi lo scopo dell’esperimento è di comprendere come cambia l’organizzazione dei segmenti corporei coinvolti, come tronco, gambe, braccia. Il movimento è stato inoltre ripetuto dall’astronauta sia ad occhi aperti sia ad occhi chiusi, così da capire meglio il coinvolgimento della vista.

Il secondo protocollo sperimentale, proposto dal gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Myrka Zago del Irccs Fondazione Santa Lucia, richiedeva di lanciare una pallina da tennis virtuale contro la parete di fronte e riprenderla, con differenti livelli di forza di lancio, immaginando sia la presenza sia l’assenza di gravità. "Anche qui -aggiunge il Politecnico di Milano- l’obiettivo è studiare il meccanismo di interiorizzazione della gravità presente nel cervello e studiare come viene modificato dall’esperienza della microgravità". Per realizzare i test, Samantha Cristoforetti ha utilizzato uno speciale sistema chiamato Elite-S2, che permette la registrazione di dati cinematici - cioè del movimento - dei suoi segmenti corporei. Movimento tridimensionale e acquisito ad alta frequenza con sensori, in modo da riconoscere nelle immagini elaborate i marcatori catarifrangenti posti sul suo corpo.

Il sistema Elite-S2 è stato progettato sotto il coordinamento scientifico del professor Giancarlo Ferrigno del Nearlab del Politecnico di Milano: è stato sviluppato sempre con il finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana da parte dell’azienda livornese Kayser Italia s.r.l. ed è già stato usato da altri tre astronauti sulla Iss. "Gli esperimenti svolti dall’astronauta sono estremamente preziosi perché -sottolinea ancora il Polimi- permetteranno di confrontare i dati del quarto giorno di volo, quando è stata eseguita la prima sessione, con quelli di questa seconda sessione". I dati saranno ora oggetto di studio di due giovani ricercatori nei due centri coinvolti, l'ingegnere Claudia Casellato del Politecnico di Milano e l'ingegnere Silvio Gravano di Fondazione Santa Lucia, Irccs.

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