"Il significato simbolico e morale della presenza in Piazza Castello a Torino di un vagone piombato a memoria della deportazione nei lager nazisti e del viaggio di Primo Levi è superiore mille volte a qualsiasi valutazione burocratica". Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, in una nota, interviene così sulla vicenda del vagone ferroviario collocato nella piazza del capoluogo piemontese a simboleggiare i vagoni piombati usati dai nazisti per deportare gli ebrei nei campi di sterminio. Un omaggio in particolare, alla memoria dello scrittore Primo Levi cui è dedicata una mostra in corso a Palazzo Madama.
Contro l'allestimento, che ha definito "un baraccone", si è schierato il soprintendente dei beni architettonici del Piemonte, Luca Rinaldi, ritenendo la presenza del vagone per l'intera durata della mostra, fino al 6 aprile prossimo, sia incompatibile con il valore architettonico ed estetico della piazza, e concedendo la permanenza del vagone in Piazza Castello solo per 15 giorni.