Lo stabilisce una ricerca dell'Università di Pittsburgh negli Usa condotta sui topi e pubblicata su 'Sciense Signaling'. La famosa pillola blu in caso di sepsi induce il fegato a produrre una particolare proteina che lo protegge da eventuali danni
I più famoso dei farmaci usati per il trattamento della disfunzione erettile, il Viagra, potrebbe avere una 'seconda' vita: proteggere il fegato dai danni causati dalla sepsi indotta. A stabilirlo è una ricerca dell'Università di Pittsburgh (Usa) pubblicata su 'Science Signaling'. A scatenare la setticemia è la risposta dell'organismo ad un'infezione che spesso attacca in maniera pericolosa alcuni organi, in particolare il fegato e i reni.
La sepsi innesca la produzione della proteina Fattore di necrosi tumorale (Tnf) che aiuta a combattere le infezioni, ma se è in eccesso danneggia il fegato. I ricercatori hanno scoperto nei topi che il sildenafil, principio attivo della 'pillola blu', induce il fegato a produrre una maggiore quantità di una proteina, il Gmp ciclico. Un meccanismo che riduce l'azione del Tnf e può prevenire i danni al fegato.
"Il nostro studio suggerisce che l'aumento della biodisponibilità del Gmp ciclico potrebbe essere utile nel migliorare l'infiammazione associata con la sepsi - afferma Timothy Billiar, autore della ricerca - questo e altri farmaci contro la disfunzione erettile potrebbero offrire un buon approccio per provare precocemente, nel corso della malattia, a prevenire i danni agli organi".