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Caso Yara: gip boccia istanza scarcerazione, Bossetti resta in carcere

10 febbraio 2015 | 17.42
LETTURA: 3 minuti

Secondo quanto apprende l'AdnKronos, sussistono ancora le esigenze cautelari per lasciare il 44enne muratore nel carcere di Bergamo dove si trova, dal 16 giugno scorso, per il delitto della 13enne di Brembate di Sopra. Il corpo della ragazza, scomparsa il 26 novembre 2010, è stato trovato a tre mesi di distanza in un campo abbandonato a Chignolo d'Isola

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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Il gip di Bergamo Vincenza Maccora ha rigettato la richiesta di scarcerare Massimo Giuseppe Bossetti, accusata dell'omicidio di Yara Gambirasio, avanzata lunedì dal legale dell'indagato.

Secondo quanto apprende l'AdnKronos, sussistono ancora le esigenze cautelari per lasciare il 44enne muratore dietro le sbarre del carcere di Bergamo dove si trova, dal 16 giugno scorso, per il delitto della 13enne di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010 e il cui corpo fu trovato a tre mesi di distanza in un campo abbandonato a Chignolo d'Isola.

Nella nuova istanza di scarcerazione consegnata solo lunedì al gip, il legale Claudio Salvagni si è focalizzato sulle nuove perizie dei consulenti dell'accusa in cui si evidenzia l'assenza di peli e capelli di Bossetti sul corpo della 13enne; così come sulla mancanza di tracce di Yara sugli abiti, gli attrezzi e il furgone sequestrati al 44enne muratore.

Non solo: sulla traccia mista (Yara - 'Ignoto 1') trovata sugli slip della 13enne ci sono "acclarati dubbi scientifici", a dire dell'avvocato, dopo la relazione firmata lo scorso 5 gennaio dal consulente dell'accusa Carlo Previderè in cui emerge come il Dna mitocondriale di 'Ignoto 1' non corrisponde con quello di Bossetti, contro una piena corrispondenza tra il Dna nucleare del presunto assassino con quello dell'indagato, possibilità difficile da spiegare a dire di più esperti.

Per la difesa questa nuova consulenza "ha innegabilmente - utilizzando e richiamando le stesse parole del Tribunale di Brescia - scalfito 'la solidità̀ delle conclusioni' delineando 'manifeste incongruenze dei test rivelatori del Dna'".

Inoltre, per l'avvocato Salvagni la scelta di non ricorrere al giudizio immediato "dimostra, una volta di più, l'assoluta inconsistenza delle allegazioni indiziarie formulate dalla procura".

"Se il compendio indiziario, è asseritamente esaustivo, allora si deve chiedere il giudizio immediato", l'aver desistito dal farlo, osserva il legale, costituisce "un determinante 'fatto sopravvenuto" che dimostra "l'inesistenza degli indizi di colpevolezza" contro Bossetti. A poco più di 24 ore di distanza dal deposito della nuova istanza, il giudice delle indagini preliminare ha ritenuto questi elementi non in grado di scalfire il quadro indiziario contro l'indagato e ha deciso di lasciare dietro le sbarre l'uomo accusato di aver ucciso con crudeltà la 13enne.

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