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Sparatoria p.Chigi: Preiti condannato in appello a 16 anni/Adnkronos

10 febbraio 2015 | 15.25
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I giudici hanno confermato la sentenza di primo grado ma non hanno accolto la richiesta di aumento di pena del procuratore generale. Martina Giangrande, figlia del carabiniere rimasto gravemente ferito: "Sentenza giusta"

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Condannato a 16 anni di reclusione e al pagamento delle spese di giudizio e a una serie di risarcimenti. E' arrivata oggi dalla Corte d'Appello di Roma la sentenza di condanna per Luigi Preiti, l'uomo che il 28 aprile 2013 sparò contro quattro carabinieri davanti a palazzo Chigi, mentre era in corso il giuramento di Enrico Letta, ferendone due, uno dei quali, Giuseppe Giangrande, rimase gravemente ferito. La Corte, presieduta da Giovanni Masi, ha confermato la condanna inflitta a Preiti con rito abbreviato dal gup di Roma.

Il procuratore generale aveva chiesto per l'imputato un aumento di pena di due anni, ma i giudici di secondo grado non hanno accolto la richiesta. Preiti è stato anche condannato a pagare le spese di giudizio e una serie di risarcimenti, sia alle parti civili sia al ministero della giustizia.

In particolare, le spese sostenute dai familiari sono state quantificate in 4.800 euro, al ministero sono state riconosciute spese per 1.800 euro mentre 1.440 euro saranno liquidate a un'associazione Onlus. Ad assistere alla lettura della sentenza c'era in aula anche Martina Giangrande, figlia del sottufficiale rimasto gravemente ferito nella sparatoria.

La figlia di Giangrande, soddisfatta della sentenza

"Non ho nulla da dire e a Preiti non devo mandare a dire nulla - ha detto la ragazza a chi gli chiedeva se volesse fare dichiarazioni o mandare un messaggio a Preiti - Sono soddisfatta della sentenza. Quanto a mio padre è stabile e questo per me è già un grosso risultato... va bene così... è giusto così".

Era la mattina del 28 aprile 2013 quando Luigi Preiti aprì il fuoco davanti Palazzo Chigi mentre era in corso il giuramento del governo Letta ferendo due carabinieri. Da quel giorno per Giangrande, 50 anni, originario di Monreale, è iniziato un lungo e difficile percorso di riabilitazione. Accanto a Giangrande, promosso al grado di maresciallo per meriti di servizio, c'è sempre la figlia Martina che lo ha seguito in tutti i ricoveri, fino al rientro a Prato lo scorso novembre.

"Ero a lavoro nonostante fosse domenica - aveva raccontato Martina ripercorrendo il giorno dell'attentato - e mi arrivo' la telefonata di mia zia che era preoccupata per quello che aveva sentito in televisione. Papa' tante volte mi aveva tranquillizzato davanti a fatti di cronaca ma stavolta non rispondeva e lì ho capito".

Alla figlia di Giangrande l'onorificenza di Cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica Italiana

Martina, sempre presente alle udienze, era in aula anche alla lettura della sentenza di primo grado. "Io sono stata sempre presente alle udienze e questo e' stato motivo di discussione con papa' che voleva evitarmi uno stress aggiuntivo. Ma io ho sempre pensato che non si poteva non esserci e che mi sarei pentita di non esserci andata e non sentire con le mie orecchie"

A Martina Giangrande è stata conferita dall'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano l'Onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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