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Papa: nuova scomunica a malavita, chi ha scelto il male si converta

21 febbraio 2015 | 13.18
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Non ci si può proclamare cristiani "e violare la dignità delle persone". Papa Francesco, riceve in udienza la diocesi di monsignor Nunzio Galantino, Cassano all'Jonio, e rinnova il suo appello alla criminalità a convertirsi come fece il 21 giugno 2014 quando, dalla piana di Sibari, disse "i mafiosi sono scomunicati"

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Non ci si può proclamare cristiani "e violare la dignità delle persone". Papa Francesco, riceve in udienza la diocesi di monsignor Nunzio Galantino, Cassano all'Jonio, e rinnova il suo appello alla criminalità a convertirsi come fece il 21 giugno 2014 quando, dalla piana di Sibari, disse "i mafiosi sono scomunicati". Il pontefice invita i fedeli ad opporsi "alla cultura della morte", e sottolinea che la Chiesa è pronta ad accogliere anche un malavitoso se questi in maniera "chiara e pubblica" avrà la volontà di "servire il bene", così come pubblicamente ha servito il male.

"Chi ama Gesù, chi ne ascolta e accoglie la Parola e chi vive in maniera sincera la risposta alla chiamata del Signore - avverte Bergoglio - non può in nessun modo darsi alle opere del male. Non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone". Dice con vigore il Papa che "quanti appartengono alla comunità cristiana non possono programmare e consumare gesti di violenza contro gli altri e contro l'ambiente".

Quindi il Pontefice, anche senza citare direttamente i riti degli 'inchini' alla Madonna sotto le case dei boss della 'ndrangheta, dice con chiarezza: "I gesti esteriori di religiosità non bastano per accreditare come credenti quanti, con la cattiveria e l'arroganza tipica dei malavitosi, fanno dell'illegalità il loro stile di vita". Da qui il nuovo appello alla conversione: "A quanti hanno scelto la via del male e sono affiliati a organizzazioni malavitose rinnovo il pressante invito alla conversione. Aprite il vostro cuore al Signore! Il Signore vi aspetta e la Chiesa vi accoglie se, come pubblica è stata la vostra scelta di servire il male, chiara e pubblica sarà anche la vostra volontà di servire il bene".

"Il nostro tempo - dice ai settemila presenti - ha un grande bisogno di speranza! Ai giovani non può essere impedito di sperare; a quanti vivono l'esperienza del dolore e della sofferenza occorre offrire segni concreti di speranza. Le realtà sociali e associative, come pure i singoli che si adoperano nell'accoglienza e nella condivisione, sono generatori di speranza".

Il Pontefice chiede "l'impegno coraggioso di tutti, ad iniziare dalle istituzioni, affinché la bellezza della vostra terra non sia sfregiata in maniera irreparabile da interessi meschini". Ricorda il Papa che "la bellezza della vostra terra è un dono di Dio e un patrimonio da conservare e tramandare in tutto il suo splendore alle future generazioni".

Da qui l'esortazione alle comunità cristiane "ad essere protagoniste di solidarietà, a non fermarsi di fronte a chi, per mero interesse personale, semina egoismo, violenza e ingiustizia. Opponetevi alla cultura della morte e siate testimoni del Vangelo della vita! La luce della Parola di Dio e il sostegno dello Spirito Santo vi aiutino a guadare con occhi nuovi e disponibili alle tante nuove forme di povertà che gettano nella disperazione tanti giovani e tante famiglie".

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