Sono arrivati già quasi a 2mila gli aderenti al gruppo per evitare la nomina all'ospedale capitolino, mettendo in pericolo, a parere di quanti scrivono sul social network, il servizio di interruzione di gravidanza già 'traballante' nella Capitale
Parte su Facebook una protesta virtuale, che ha raccolto quasi 2.000 aderenti per un gruppo con un unico obiettivo: evitare che all'ospedale San Camillo di Roma venga nominato un nuovo primario di Ginecologia e ostetricia obiettore di coscienza. Mettendo in pericolo, a parere di quanti protestano sui social, il servizio di interruzione di gravidanza già 'traballante' nella Capitale.
"A marzo cominciano le selezioni per il nuovo primario della Ginecologia del San Camillo - si ricorda nella pagina del gruppo - le voci di una nomina di un primario proveniente da ospedali confessionali, obiettore di coscienza, si fanno sempre più forti. Il San Camillo è centro di riferimento regionale per la legge 194/78, non permettiamo che il più grande Ospedale pubblico della nostra regione venga umiliato dalla nomina di un primario proveniente da un ospedale privato della Chiesa... formiamo un grande gruppo e diciamo di no", si propone.
Qualcuno poi scrive: "Chi obietta non garantisce il diritto alla 194. Sarebbe fuori posto un primario obiettore, un'assurdità immane", o "No agli obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie pubbliche", o ancora: "Viva i gruppi, perché è il modo migliore per coinvolgere le persone su temi specifici della sanità, individuarne i nodi critici e manifestare il proprio dissenso. In particolare questo mi pare che sia qualcosa di più, lo definirei, come si diceva ai nostri tempi, uno strumento di lotta sconfiggere l'oppressione. Nello specifico caso chi paga se un obiettore viene nominato primario al San Camillo, se dovessero esserci dei disservizi? Una donna, disagiata e magari extracomunitaria, rifugiata da conflitti?".
