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Moda: imprese Gai Mattiolo, chiesta la condanna dello stilista

24 febbraio 2015 | 19.15
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La condanna dello stilista Gai Mattiolo accusato di bancarotta preferenziale e appropriazione indebita nonchè di reati tributari è stata chiesta oggi dal pubblico ministero Luca Tescaroli a conclusione della requisitoria nel processo scaturito dal dissesto subito dalle imprese di Mattiolo avvenuto nel 2008. Per Mattiolo il pubblico ministero ha chiesto 4 anni e 4 mesi di reclusione mentre 4 anni e 8 mesi sono stati chiesti per il legale dello stilista Giancarlo Tabegna, 2 anni e 6 mesi per Franco Sciunnache, 1 anni e 2 mesi ciascuno per i consiglieri Christian Goeccking e Alain Jodry. Tescaroli ha invece sollecitato il proscioglimento dei consiglieri Giada Mattiolo, Attilio Vaccari e Alessandro Nicolai.

I reati contestati e dai quali lo stilista si è dovuto difendere davanti alla decima sezione penale del Tribunale di Roma sono stati, a seconda della posizione processuale degli imputati quelli di bancarotta preferenziale, appropriazione indebita e reati tributari. Reati commessi nella gestione delle imprese che facevano capo allo stilista sotto l'etichetta 'Gai Mattiolo Holding' e 'World Fashion Kft'. Agli imputati è stato contestato di essere responsabili di una bancarotta di oltre 1 milione e mezzo di euro compiuta mediante compensazioni tra crediti e debiti.

Le prossime udienze del processo sono già state fissate per i giorni 2, 5 e 23 marzo prossimi e non si esclude che proprio il 23 i giudici della decima sezione penale del Tribunale si ritirino per pronunciare la sentenza.

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