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Giustizia: no dei pm a legge responsabilità civile 'E' un'intimidazione'/Adnkronos

25 febbraio 2015 | 18.15
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"Un'intimidazione per i magistrati", "mina la serenità e l'indipendenza dei giudici", e ancora "una legge che paralizza l'azione dei magistrati". La norma sulla responsabilità civile dei giudici approvata nella tarda serata di ieri dalla Camera non va proprio giù ai diretti interessati, i togati. Che sparano a zero contro la legge che cambia le regole sulla responsabilità civile dei magistrati. Un ddl approvato con 265 sì, 51 no e 63 astenuti. Con l'astensione di Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera. E il no del M5S. Ma se per il ministro della Giustizia Andrea Orlando è "un passaggio storico" perché "la giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati", sembra proprio che i magistrati non l'abbiano presa bene. Come quelli siciliani. "Una norma del genere ce l'aspettavamo da un governo diverso, non da un governo di centrosinistra come quello di Renzi", lamenta Renato Di Natale, procuratore capo di Agrigento. Di Natale teme, in particolare, che la legge possa "paralizzare l'azione dei magistrati".

''Mi auguro che questa norma non renda meno attivi i magistrati -spiega il procuratore di Agrigento- può anche accadere che i pm o i giudici, nel timore di sbagliare, si possano rifugiare nell'inazione. Ma noi accettiamo tutte le norme approvate dal Parlamento''. Ribadisce, poi, che la legge è stata approvata da un governo di centrosinistra: ''Mi sorprende -dice Di Natale- temo soprattutto che i magistrati più giovani possano avere paura di sbagliare e quindi preferiscano la non attività''. Di Natale si dice, però, in disaccordo con l'Associazione nazionale magistrati che ieri, a caldo, aveva affermato che la legge ''è un atto contro i magistrati''.

''Non sono affatto d'accordo -dice Di Natale- non credo che sia una norma contro i giudici. Ma, ribadisco, che può paralizzare l'azione dei magistrati. Un timore che aveva, più di 20 anni fa, il giudice Rosario Livatino'', il magistrato ucciso da Cosa nostra a Canicattì. ''Livatino -spiega Di Natale- già nel '90 paventava questo rischio. Mi auguro che non sia stato un facile profeta''. E quando gli si chiede un esempio pratico, il procuratore sottolinea: ''Se so che devo emettere un provvedimento contro un gruppo di potere, forte, temendo che in futuro possano fare un'azione di risarcimento, ci penso su due volte''.

Anche l'aggiunto di Palermo è contrario 'mina indipendenza magistrati'

Un altro no arriva dal Procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci. "La legge approvata ieri dalla Camera che prevede la responsabilità civile per i giudici è una forma di condizionamento all'indipendenza del magistrato. È inutile girarci attorno", dice all'Adnkronos. "La Costituzione dice che il magistrato deve essere indipendente - spiega ancora Agueci, che coordina le più importanti inchieste sulla pubblica amministrazione - invece questa norma condiziona psicologicamente il magistrato che ha il timore di azioni pretestuose di risarcimento". E aggiunge: "questa legge mina l'indipendenza del giudice, lo ribadisco, soprattutto in assenza del filtro di ammissibilità. In altre parole, introduce un tipo di condizionamento del giudice che inciderebbe sulla su serenità e sulla su indipendenza" e ricorda che "sicuramente adesso aumenteranno le possibilità di azioni strumentali e intimidatorie verso i magistrati".

Per il Procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, approvata ieri sera dalla Camera, "finirà per intimidire i giudici". "Questa legge è una vittoria di Pirro, se proprio vogliamo essere chiari - dice Lari - Perché in un paese che ha una crisi di legalità senza precedenti nella nostra storia, come ha detto ieri lo stesso Capo dello Stato, Segio Mattarella, noi intimidiamo i giudici con una riforma di questi tipo? Ben sapendo in che condizioni lavorano i giudici, cioè senza assistenza. Siamo una magistratura tra le più laboriose d'Europa e dobbiamo già lavorare in condizioni difficilissime e oggi ci ritroviamo con un sistema di responsabilità civile che creerà un metus sull'attività".

Lari aggiunge poi: "Noi rischiamo di raddoppiare il numero dei processi civili e penali in Italia, ma soprattutto è una norma che intimidisce il giudice. Peraltro, sono stati introdotti parametri di risarcibilità dell'errore giudiziario completamento diversi da quello dei normali pubblici impiegati, che sono un quinto dello stipendio. Si comprenda bene lo stato d'animo di un magistrato che deve sequestrare patrimoni che possono sfiorare i milioni di euro. Con quale un giudice affronta una misura di prevenzione sapendo di rischiare assumendo decisioni di questo tipo?". Anche secondo Lari, come dice anche il componente del Csm Piergiorgio Morosini, questa norma "mina la serenità dei giudici. Nessun giudice può essere sereno che gli possa essere contestata una causa per travisamento del fatto e della prova. Capisco se c'è il dolo ma il travisamento è un parametro pericolosissimo". "Sappiamo tutti che il mestiere del giudice è quello di dare torto a una parte e ragione a un'altra parte, questo avviene sia nel processo civile che penale. Quindi, ci sarà sempre qualcuno scontento che troverà il modo di attaccare il giudice con una richiesta risarcitoria strumentale, anche solo allo scopo di liberarsi di un giudice scomodo. E questa possibilità è favorita dalla circostanza che è stata introdotta dalla legge, che tra le motivazioni indica il travisamento del fatto e della prova - dice Lari- L'introduzione di questo concetto determina il riferimento a parametri di valutazione generici con il rischio di una sorta di infinto processo sul processo. Quindi si avvierà un processo per stabilire se il processo oggetto del contendere sia stato viziato dal travisamento del fatto e della prova".

Morosini (Csm), ci sono delle parti pericolose e insidiose

E Piergiorgio Morosini, ex gup di Palermo e oggi componente del Csm, condivide "le argomentazioni dell'Anm sulla legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Penso che ci siano delle parti pericolose, insidiose, in particolare per quanto riguarda la cosiddetta clausola di salvaguardia dell'attività interpretativa e di ricostruzione del fatto da parte dei magistrati. La legge approvata ieri mina la serenità del magistrato e rischia di tradursi anche in un indebolimento della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata".

"Al di là di quelli che possono essere i risvolti individuali per il singolo magistrato - prosegue Morosini - il problema è la qualità delle risposte alla collettività. È giusto applicare anche ai magistrati il principio del 'chi sbaglia paga' ma attenzione alle norme sulla responsabilità civile perché alcune rischiano di produrre danni al sistema penale". "Mi auguro - conclude - che ci sia un intervento su questo versante perché è un punto molto delicato e che per altro non era affatto richiesto dalla Corte europea che ci metteva in mora sul tema della responsabilità civile".

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