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Reggio Calabria: presa banda rapinatori, almeno 30 colpi

25 febbraio 2015 | 20.35
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Almeno 30 i colpi contestati agli indagati dai magistrati della Procura di Palmi. Al vertice dell'organizzazione, secondo gli inquirenti, Diego Mammoliti e Rocco Furuli, legati alla famiglia di 'ndrangheta Bellocco di Rosarno

(Infophoto)
(Infophoto)

Un gruppo ben strutturato con compiti precisi e un modus operandi ripetuto in numerosissime rapine, almeno trenta episodi. Ne sono convinti i magistrati della Procura di Palmi che hanno ottenuto nove misure cautelari sulla base delle indagini svolte dai poliziotti del Commissariato di Gioia Tauro e della Squadra mobile di Reggio Calabria. L’operazione Safeties Roads ha consentito di accertare che al vertice dell’organizzazione criminale c'erano Diego Mammoliti, 30 anni, e Rocco Furuli, 28 anni, legati alla famiglia di ‘ndrangheta Bellocco di Rosarno.

Le rapine contestate sono state commesse tra il 2008 e il 2012, fino a oggi. Nel corso dell’indagine alcuni rapinatori erano già stati arrestati ma l’attività investigativa vuole dimostrare che tutti gli episodi contestati sono da ricondurre al medesimo gruppo. Le rapine sono state commesse sia nella provincia reggina che in quella di Vibo Valentia nei confronti di autotrasportatori di furgoni e di mezzi pesanti, alcuni dei quali anche sequestrati, farmacie, uffici postali, cacciatori, distributori di carburante e autovetture. I rapinatori potevano godere di basi logistiche e avevano a disposizione armi e munizionamento, anche da guerra.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i rapinatori non esitavano a minacciare con armi e sequestrare temporaneamente gli autotrasportatori. Secondo l’accusa, il 18 febbraio del 2009, Diego Mammoliti, con altri soggetti non meglio identificati, avrebbe commesso una rapina ai danni di un autotrasportatore che stazionava nella piazzola che si trova nei pressi dello svincolo autostradale di Rosarno Sud, in attesa di proseguire per Cinquefrondi, dove avrebbe dovuto consegnare cibo per animali.

Alle 7.30 la vittima è stata svegliata da tre persone con il volto coperto da un passamontagna, i quali lo hanno minacciato con una pistola e con un’ascia, lo hanno incappucciato e costretto a percorrere un lungo tratto di campagna, sia a piedi che a bordo di un auto, e sequestrato per circa un’ora in una baracca. Si sono quindi impossessati del carico del furgone, del valore di 9.600 euro, smerciando poi la merce sulla costa ionica reggina.

Un altro episodio violento si è verificato il 6 aprile 2009 quando il gruppo di rapinatori ha agito sul grande raccordo di collegamento Jonio-Tirreno nei confronti di un trasportatore di mobili. La vittima è stata bloccata da un’auto con a bordo due persone, una delle quali lo ha minacciato con una pistola, lo ha fatto scendere ed è fuggito col mezzo. A distanza di soli quattro giorni, il 10 aprile 2009, il gruppo avrebbe rapinato anche un esercizio commerciale a Rosarno, minacciando la proprietaria con un fucile, e facendosi consegnare settemila euro in contanti.

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