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Roma: ricattavano clienti escort, 5 indagati

27 febbraio 2015 | 10.27
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I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Eur hanno concluso l'indagine, denominata 'Anaconda', coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Sgro’, che ha consentito di arrestare 3 persone e denunciarne altre 2 ritenute responsabili, in concorso tra loro, dei reati di estorsione, rapina, violenza sessuale e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine è stata avviata nel marzo 2014 quando un professionista romano si presentò presso la caserma dei carabinieri dell’Eur per denunciare di essere vittima di un tentativo di estorsione da parte di ignoti. In particolare l’uomo riferì di essere stato avvicinato da due uomini i quali gli avevano intimato di consegnare la somma di euro 40.000, quale prezzo per evitare la pubblicazione di un video, subdolamente acquisito, che lo ritraeva durante un rapporto sessuale intrattenuto con due donne escort.

Ne è scaturita un’attività d’indagine nel corso della quale è emerso che il tentativo di estorsione denunciato era stato organizzato da un vero e proprio sodalizio composto da 5 persone tra cui le due escort che avevano incontrato la vittima e due uomini italiani, anche loro di professione “accompagnatori”, coadiuvati da un terzo ragazzo italiano.

Dopo aver adescato le loro vittime on line, su siti specializzati per escort, gli indagati proponevano incontri sessuali insoliti, filmando il tutto all’insaputa dei clienti, il più delle volte persone sposate e benestanti, minacciandoli successivamente di rendere tutto pubblico se non avessero sborsato del denaro, in cambio della distruzione del video.

Già il 5 aprile dello scorso anno, i carabinieri organizzarono un servizio per monitorare lo scambio video-soldi tra il denunciante e la donna polacca. Al termine furono arrestate la escort e i due uomini, concorrenti nel reato di estorsione consumata e condotti ai domiciliari dove ancora sono ristretti. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati tutti i dispositivi informatici e multimediali (telefoni cellulari e pc) degli indagati. L’analisi ha consentito di identificare ulteriori vittime che, convocate e sentite, nonostante la comprensibile iniziale volontà di mantenere l’anonimato, hanno denunciato quanto avevano subito.

Queste ulteriori denunce, hanno consentito di delineare nuovi fatti di reato a carico degli indagati, per cui il gip del Tribunale di Roma ha emesso un provvedimento cautelare, eseguito ieri dai carabinieri, che conferma gli arresti domiciliari per i due uomini in quanto ritenuti responsabili con altri 3 indagati (le due escort polacca e romena e il ragazzo romano) di ulteriori estorsioni e di un episodio di violenza sessuale, diversi episodi di spaccio di stupefacenti nonché l’evidente sfruttamento delle prostituzione di escort sia donne che uomini.

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