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Latina: uccise moglie e figliastra, confermata condanna all'ergastolo

04 marzo 2015 | 14.14
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Il duplice omicidio nel corso di una discussione. L'uomo, un indiano, si era sposato per ottenere la cittadinanza. A quanto ha raccontato, lei gli chiedeva continuamente danaro per averlo aiutato a stabilirsi in Italia: nel corso dell'ennesima lite il raptus che lo portò ad accoltellare le due donne

Foto di repertorio - (Infophoto)
Foto di repertorio - (Infophoto)

Condanna all'ergastolo confermata in grado di appello per l'indiano Kumar Raj che nell'aprile del 2013 uccise a coltellate dopo una lite la sua ex moglie Stefania Di Grazia e la figlia di questa Martina Incocciat a Cisterna di Latina. La sentenza è stata confermata dalla prima Corte d'Assise d'Appello presieduta da Mario Lucio D'Andria al termine di un giudizio con rito abbreviato.

Il delitto avvenne in un appartamento di Borgo Fiore. Fu una congiunta delle due donne ad avvertire la polizia non riuscendo da tempo a comunicare con le due vittime. Spiegando le ragioni del duplice delitto l'indiano confermò che con la Di Grazia si era sposato in India con un matrimonio indispensabile per potergli consentire di vivere in Italia.

Secondo il patto la moglie gli chiedeva continuamente danaro proprio per averlo aiutato a stabilirsi in Italia. Nel corso di una discussione sempre per la solita richiesta l'uomo in preda ad un raptus colpì la Di Grazia con numerose coltellate e poi aggredì anche la figlia della Di Grazia colpendola a sua volta con il coltello che venne recuperato in un canale dove l'indiano l'aveva gettato.

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